di Noemi Azzurra Barbuto
Secondo i dati rilasciati dall’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, presentati a Roma in occasione dell‘Obesity Day del 10 Ottobre, la giornata contro i chili di troppo, la tendenza ad ingrassare e l’alimentazione scorretta, gli italiani sono sempre più grassi. Tra gli ultimi in classifica, per forma e stile di vita, ci sono anche i calabresi (prima dei lucani e dei siciliani), che risultano essere tra i più obesi d’Italia sia per la categoria uomini (34%) sia per quella donne (42%).
Un dato allarmante (soprattutto se si considera il fatto che tende ad aumentare), che svela sia l’esistenza di pessime abitudini alimentari sia uno scarso interesse per la propria salute, perché l’essere magri non è solo una questione estetica, ma è, innanzitutto, una questione di benessere.
L’obesità ed il sovrappeso infatti sono problemi molto seri, che vanno affrontati sul fronte sanitario fin dall’adolescenza, in quanto si associano con la maggiore predisposizione ad andare incontro ad alcune forme di tumore, al diabete di tipo 2, alle malattie cardiovascolari e all’ipertensione, alle malattie respiratorie, all’osteoporosi, anche a disturbi psicologici che influiscono negativamente sulla qualità della vita. Un altro fattore di rischio è la minore aspettativa di vita.
Le cause dell’obesità, che si riscontra quando l’indice di massa corporea (IMC= peso/altezza al quadrato) è superiore a 30 e che è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un grave disturbo medico, sono molteplici: una predisposizione genetica; un comportamento alimentare scorretto, (iperalimentazione, mangiare troppo o mangiare male); ipoconsumo; problemi psicologici, come ansia, depressione o stress, che spesso portano l’individuo ad ingerire per compensazione grosse quantità di cibo.
Ma affermare che esista una predisposizione genetica al sovrappeso (che riguarda comunque solo una percentuale minima della popolazione) può costituire un pericolo, dal momento che questo potrebbe spingere gli individui che soffrono di questa patologia a credere, a torto, che non potranno mai liberarsi del proprio grasso in eccesso. Niente di più sbagliato. Per riuscire a dimagrire, infatti, risulta essere fondamentale un atteggiamento di fiducia in se stessi e nelle proprie possibilità di riuscita, per contrastare i momenti difficili in cui, presi dallo sconforto, si decide di mollare tutto e si mangia più di prima. Un circolo vizioso, dunque, dal quale si può venire fuori con la buona volontà ed un atteggiamento positivo.
E’ bene, inoltre, affidarsi ad un medico e seguire un programma preciso, che comprenda sia una dieta ipocalorica sia una regolare attività fisica. Da evitare la rigidità, perché porsi degli obiettivi irraggiungibili, privarsi eccessivamente, seguire delle regole troppo severe che non possono essere rispettate a lungo, sono motivi che prima o poi portano l’individuo a ribellarsi. Ed ecco che si ottiene il famoso effetto yo-yo, che produce addirittura un peggioramento dello stato di obesità.
Ecco alcune regole basilari per seguire al meglio una dieta:
bere tanta acqua;
non saltare mai la prima colazione;
consumare molte verdure e tre frutti al giorno;
fare due spuntini tra i pasti principali;
ridurre il sale e il condimento;masticare a lungo i cibi;
limitare il consumo di pane e pasta (preferire i cereali integrali);
eliminare alcolici e superalcolici ed evitare bevande zuccherate;
preferire le cotture in acqua, al vapore o al forno;
fare un’attività fisica moderata e costante.
Ma perché in Calabria ingrassiamo tanto? Forse dovremmo chiederci, innanzitutto, perché mangiamo tanto. Probabilmente perché siamo dei buongustai da sempre, ci piacciono le grandi tavolate e l’abbondanza; nell’epoca del fast-food, tanti di noi considerano ancora il pasto un momento di condivisione, di scambio, di incontro e di socializzazione, che in alcune circostanze si protrae tanto a lungo da diventare un continuum con il pasto successivo; le feste si trasformano in un’occasione per mangiare ancora di più, anzi spesso in una gara a chi mangia di più; qui il concetto di “pasto light” corrisponde ad un abbondante piatto di pasta al quale si è avuta l’accortezza di non aggiungere il formaggio e le madri sono convinte che dare tanto cibo ai loro figli equivalga a dare loro tanto amore; da noi sono ancora diffuse la convinzione (comunque errata) che il grasso sia salute e quella che le persone grasse siano le più allegre; mentre, nel resto dell’Italia, sopratutto al nord, l’essere grassi è considerato un deterrente sulla strada del successo e della felicità, se non addirittura un motivo di esclusione e di emarginalizzazione.
Al nord non si mangia per essere felici. Qui si mangia per non essere tristi.
Chissà, forse mangiamo tanto perché ci piace tanto stare in compagnia.