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Essere donne oggi

novembre 18, 2010

 

di Noemi Azzurra Barbuto

Alcuni giorni scorrono veloci, altri si trascinano lenti. Guardi l’orologio e sono ancora le 12. La noia è il male sociale di questa società che, stranamente, è troppo frenetica. Caoticità e apatia. Due concetti inconciliabili. O forse no, nella società degli eccessi e delle contraddizioni.

È bene trovarsi qualcosa da fare, qualsiasi cosa sia. Se il lavoro non c’è, te lo devi inventare; se poi non hai i mezzi per realizzarlo, cerchi di procurarteli. Per fortuna c’è a chi basta un foglio e una penna, o un display su cui digitare qualcosa, in attesa di scrivere per una rivista, un quotidiano, di successo.

Voglio parlare sinceramente, aprendo il mio cuore, a tutte le donne che, un po’ per caso, un po’ per errore, si imbatteranno in questo mio blog. Voglio dedicare a voi tutte, quindi anche a me stessa, questa rubrica, e voglio farlo, nel mio piccolo, cercando di sgretolare quel muro di silenzio dietro il quale spesso ci ripariamo, o, a volte, anche solo cercando di strapparvi un sorriso.

Sì, penso davvero che la vita debba essere presa con ironia. Io l’ho fatto anche nelle situazioni più tragiche, per smorzare la tensione, per alleggerire tutto. In fondo, ogni cosa cambia, quando tu stessa cambi prospettiva.

Non è facile essere donne oggi. Ma forse lo era ancora di meno ieri, quando non ci era data possibilità di scegliere. Quindi, se è vero che, da un lato, la società pretende da noi di essere attive, sexy, accattivanti, giovani, toniche, in forma, brave mogli, instancabili amanti, madri eccezionali, e, nello stesso tempo, lavoratrici di successo; dall’altro, non siamo più costrette ad essere sottoposte, assoggettate, vincolate agli uomini della nostra vita.

Oggi noi possiamo scegliere. Persino scegliere di dire “no”, di non adeguarci a certi canoni. Eppure, ancora siamo esitanti, un po’ imbarazzate, incerte, davanti a certe scelte: chiudere una storia che ci fa soffrire, prendere in mano la nostra vita e viverla esattamente come vorremmo, fregandocene dei giudizi, di ciò che pensano gli altri, di ciò che ci chiede la società.

Ci manca il coraggio, a volte, di spiegare le ali e volare, perché ci hanno inculcato nella coscienza che è difficile farlo da sole.

Ma io vi dico, care amiche, che non si può volare che da sole. E, solo in alto, volare accanto a qualcun’altro.