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Siamo ciò che mangimo: la salute della collettività dipende anche dalla salubrità degli alimenti

novembre 4, 2009

di Noemi Azzurra Barbuto

ue_bene_sicurezza_alimentare_in_italia_articoloMucca pazza, influenza aviaria, polli e mozzarelle contaminati dalla diossina, uova avariate, aflatossine nel latte, sughi e condimenti contenenti coloranti cancerogeni, latte alla melamina, suini irlandesi. Sono solo alcune delle emergenze alimentari che negli ultimi anni hanno messo in discussione la sicurezza di ciò che mangiamo e che ci hanno fatto interrogare perplessi sul percorso che conduce un determinato alimento fino alle nostre tavole.

Esiste una stretta correlazione tra alimentazione e salute. Se è vero il principio, nato dalla saggezza popolare, per il quale “siamo ciò che mangiamo”, nel senso che i cibi di cui ci nutriamo determinano il nostro stato psico-fisico e influenzano il nostro corpo, è chiaro che alimenti nocivi possono costituire un grave pericolo per la nostra salute.

In base alla definizione sintetica dell‘Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la sicurezza alimentare è una responsabilità condivisa dal campo alla tavola. Ma essa costituisce ancora oggi un problema di salute per i cittadini, nonostante siano numerosi gli strumenti normativi elaborati sia a livello nazionale che comunitario al fine di garantire i consumatori, come, ad esempio, l’obbligo dell’etichettatura dei prodotti alimentari, il cui scopo non è solo quello della tutela degli interessi del consumatore attraverso una corretta informazione, ma anche quella di favorire la correttezza delle operazioni commerciali, nonché la libera circolazione dei prodotti alimentari all’interno dell’Unione Europea.

Nel mese di marzo è stato importante il lavoro dei carabinieri proprio nell’ambito della sicurezza alimentare nel territorio reggino, avendo concluso con successo diverse operazioni di controllo, alcune delle quali hanno portato anche al sequestro, da parte dei carabinieri della motovedetta di Roccella Jonica, con la collaborazione dei colleghi delle stazioni territoriali, di oltre 50 kg di pescato tenuto in cattivo stato di conservazione e di oltre 10 kg di merce decongelata che veniva spacciata per pesce fresco da parte di due venditori ambulanti. Negli stessi giorni i NAS hanno chiuso e sequestrato due capannoni e quattro celle frigorifere industriali, destinate al deposito di alimenti, gestiti da una società operante nel settore della distribuzione, dopo aver riscontrato gravi carenze igenico-sanitarie e strutturali e la mancanza di alcune autorizzazioni obbligatorie.

Dunque, un cibo mal conservato, trattato con manipolazioni scorrette o esposto ad inquinanti di vario tipo può essere causa di danno per la salute di chi, ignaro, lo consuma.

Per questo la sicurezza degli alimenti prodotti, commercializzati o somministrati dipende da una seriepricesharing%20-%20cibi%20scaduti%20occasione%20per%20fare%20chiarezza%20su%20sicurezza%20alimentare_1 di norme igieniche fondamentali, che devono essere conosciute e scrupolosamente osservate non solo dagli addetti alla preparazione e alla vendita di prodotti alimentari, ma anche da ciascuno di noi, perché siamo proprio noi l’ultimo anello di quella catena che conduce gli alimenti dal campo alla tavola.

Abbiamo rivolto alcune domande a un luogotenente dei NAS, che ci ha accolto con quella gentilezza e quella disponibilità che hanno sempre caratterizzato e contraddistinto l’Arma dei Carabinieri.

Il rischio deriva solo dal prodotto globalizzato, importato in Italia cercando di eludere certi controlli e di cui a volte può essere arduo rintracciare l’origine, o anche del prodotto italiano, persino locale?
“Non esiste una statistica che addita un prodotto di provenienza estera. La dannosità di un prodotto dipende da diversi fattori, non solo dalle materie prime, ma anche, ad esempio, da luogo dove viene lavorato. Noi possiamo avere i migliori prodotti, ma se li lavoriamo in un luogo non adatto, il prodotto può diventare nocivo. Un’altra fase riguarda i depositi, un’altra ancora la vendita. Non dobbiamo entrare nell’ottica difforme che un prodotto importato dall’estero sia dannoso, perché le valutazioni da fare sono molto più complesse e sono relative alla filiera alimentare. Contano anche le modalità di vendita, quindi l’etichettatura. Dire che un prodotto è nocivo perché viene dall’estero non è corretto”.

I controlli effettuati dalle autorità competenti sono sufficienti per renderci sicuri di ciò che arriva nel nostro piatto, cioè il consumatore si può recare tranquillo a fare la spesa?
“Certo, i controlli vengono svolti quotidianamente con tanto impegno. Quando parliamo di controlli, parliamo di sicurezza, che deriva da tutte quelle attività cosiddette legali. Il controllo è costante, qualificato e svolto con precisone. Il problema è il sommerso, cioè le vendite porta a porta, e oggi anche internet. Chiunque su eBay può comprare qualsiasi prodotto, ma occorre ricordare che la garanzia prima è l’occhio del consumatore, il quale dall’etichetta può controllare direttamente dove nasce un prodotto e le sue modalità di conservazione”.

Quali consigli può dare a noi consumatori, ultimo anello di una catena spesso lunga e difficile da ricostruire?
sicurezza-alimentare“Il controllo dell’etichetta è il primo passo da fare, leggere poi dove vengono stabiliti i criteri di conservazione e verificare il rispetto di quanto consigliato, controllando le temperature dei frigoriferi. Tutti i banchi frigoriferi e gli espositori dei surgelati devono essere a una temperatura di -18°. I latticini e tutti gli altri prodotti fresci devono essere conservati a 4-6°. E’ importante notare che sui surgelati non ci siano patine o cristalli di ghiaccio, chiaro segno che non è stata rispettata la temperatura. Inoltre, per quanto riguarda le pizzerie, i ristoranti, i panifici o le salumerie, bisogna stare attenti anche all’abbigliamento e al modo di presentarsi del personale: camice pulito, cappello in ordine, pulizia in generale. Infatti, se una persona non cura la sua pulizia personale come può avere cura del cibo?”.

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I calabresi sono tra i più obesi d’Italia

ottobre 31, 2009

di Noemi Azzurra Barbuto

obesity_surgery-thumbSecondo i dati rilasciati dall’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, presentati a Roma in occasione dell‘Obesity Day del 10 Ottobre, la giornata contro i chili di troppo, la tendenza ad ingrassare e l’alimentazione scorretta, gli italiani sono sempre più grassi. Tra gli ultimi in classifica, per forma e stile di vita, ci sono anche i calabresi (prima dei lucani e dei siciliani), che risultano essere tra i più obesi d’Italia sia per la categoria uomini (34%) sia per quella donne (42%).

Un dato allarmante (soprattutto se si considera il fatto che tende ad aumentare), che svela sia l’esistenza di pessime abitudini alimentari sia uno scarso interesse per la propria salute, perché l’essere magri non è solo una questione estetica, ma è, innanzitutto, una questione di benessere.

L’obesità ed il sovrappeso infatti sono problemi molto seri, che vanno affrontati sul fronte sanitario fin dall’adolescenza, in quanto si associano con la maggiore predisposizione ad andare incontro ad alcune forme di tumore, al diabete di tipo 2, alle malattie cardiovascolari e all’ipertensione, alle malattie respiratorie, all’osteoporosi, anche a disturbi psicologici che influiscono negativamente sulla qualità della vita. Un altro fattore di rischio è la minore aspettativa di vita.

Le cause dell’obesità, che si riscontra quando l’indice di massa corporea (IMC= peso/altezza al quadrato) è superiore a 30 e che è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un grave disturbo medico, sono molteplici: una predisposizione genetica; un comportamento alimentare scorretto, (iperalimentazione, mangiare troppo o mangiare male); ipoconsumo; problemi psicologici, come ansia, depressione o stress, che spesso portano l’individuo ad ingerire per compensazione grosse quantità di cibo.

Frutta%20e%20verduraMa affermare che esista una predisposizione genetica al sovrappeso (che riguarda comunque solo una percentuale minima della popolazione) può costituire un pericolo, dal momento che questo potrebbe spingere gli individui che soffrono di questa patologia a credere, a torto, che non potranno mai liberarsi del proprio grasso in eccesso. Niente di più sbagliato. Per riuscire a dimagrire, infatti, risulta essere fondamentale un atteggiamento di fiducia in se stessi e nelle proprie possibilità di riuscita, per contrastare i momenti difficili in cui, presi dallo sconforto, si decide di mollare tutto e si mangia più di prima. Un circolo vizioso, dunque, dal quale si può venire fuori con la buona volontà ed un atteggiamento positivo.

E’ bene, inoltre, affidarsi ad un medico e seguire un programma preciso, che comprenda sia una dieta ipocalorica sia una regolare attività fisica. Da evitare la rigidità, perché porsi degli obiettivi irraggiungibili, privarsi eccessivamente, seguire delle regole troppo severe che non possono essere rispettate a lungo, sono motivi che prima o poi portano l’individuo a ribellarsi. Ed ecco che si ottiene il famoso effetto yo-yo, che produce addirittura un peggioramento dello stato di obesità.

Ecco alcune regole basilari per seguire al meglio una dieta:

bere tanta acqua;
non saltare mai la prima colazione;
consumare molte verdure e tre frutti al giorno;
fare due spuntini tra i pasti principali;
ridurre il sale e il condimento;masticare a lungo i cibi;
limitare il consumo di pane e pasta (preferire i cereali integrali);
eliminare alcolici e superalcolici ed evitare bevande zuccherate;
preferire le cotture in acqua, al vapore o al forno;
fare un’attività fisica moderata e costante.

Ma perché in Calabria ingrassiamo tanto? Forse dovremmo chiederci, innanzitutto, perché mangiamo tanto. Probabilmente perché siamo dei buongustai da sempre, ci piacciono le grandi tavolate e l’abbondanza; nell’epoca del fast-food, tanti di noi considerano ancora il pasto un momento di condivisione, di scambio, di incontro e di socializzazione, che in alcune circostanze si protrae tanto a lungo da diventare un continuum con il pasto successivo; le feste si trasformano in un’occasione per mangiare ancora di più, anzi spesso in una gara a chi mangia di più; qui il concetto di “pasto light” corrisponde ad un abbondante piatto di pasta al quale si è avuta l’accortezza di non aggiungere il formaggio e le madri sono convinte che dare tanto cibo ai loro figli equivalga a dare loro tanto amore; da noi sono ancora diffuse la convinzione (comunque errata) che il grasso sia salute e quella che le persone grasse siano le più allegre; mentre, nel resto dell’Italia, sopratutto al nord, l’essere grassi è considerato un deterrente sulla strada del successo e della felicità, se non addirittura un motivo di esclusione e di emarginalizzazione.

obesita-infantileAl nord non si mangia per essere felici. Qui si mangia per non essere tristi.

Chissà, forse mangiamo tanto perché ci piace tanto stare in compagnia.

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Le combinazioni alimentari: mangiare di tutto senza ingrassare

ottobre 30, 2009

di Noemi Azzurra Barbuto

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Cambiano i tempi, cambiano le mode e con essi cambiano anche le diete. Abbiamo avuto quella del gelato, quella della banana, la dieta iperproteica, quella del minestrone, la dissociata, quella del limone, dell’uva, della pasta. Tutte, in fondo, poco bilanciate sotto il profilo nutrizionale, dal momento che dare ampio spazio a un unico alimento comporta inevitabilmente togliere spazio ad altri cibi importanti, favorendo in tal modo delle carenze nutrizionali, che alla lunga possono costituire un grave danno per la nostra salute.

Se queste diete portano a risultati, questi non saranno probabilmente duraturi, visto che i chili persi in modo sbagliato e troppo velocemente si recuperano con altrettanta rapidità. Inoltre, spesso capita che le privazioni, a cui questi regimi alimentari ci costringono, spingano il nostro stomaco offeso a riscattarsi dalle sofferenze patite non appena l’esigenza diventa incontenibile.

Il dimagrimento provocato da questo tipo di diete deriva non dalla qualità delle stesse, bensì dal fatto che ci si è nutriti a lungo principalmente di un unico alimento.

Possiamo ingannare la nostra mente, ma difficilmente riusciremo ad ingannare il nostro corpo. Ed ecco che a un lungo digiuno esso risponde e reagisce con l’accumulo di grasso, utile come riserva nei periodi più “magri”, tutto questo chiaramente a discapito della nostra linea e della nostra salute.

Il digiuno risulta particolarmente pericoloso anche perché può alterare il nostro rapporto con il cibo.

Si tratta di meccanismi legati alla sopravvivenza, perché il nostro corpo è come una macchina perfetta, complessa ed efficiente, che si autoregola e tende a preservarsi.

Ecco perché molti nutrizionisti sostengono che nella scelta degli alimenti da mangiare dovremmo affidarci più all’istinto che alla moda del momento, perché il nostro corpo conosce ciò di cui necessita maggiormente in un dato momento.

Insomma, se un giorno abbiamo voglia di latticini, probabilmente questo succede perché il nostro corpo ha carenza di calcio o di altre sostanze contenute nel latte.

Dunque, se non mangiare fa ingrassare, a causa del rallentamento del metabolismo, dovrebbe essere vero il contrario, cioè mangiare fa dimagrire.

Sì, proprio così, per rimettersi in forma, occorre mangiare di tutto, ma non tutto insieme. Fondamentale è combinare bene i cibi tra loro, variando il più possibile, per fornire al nostro organismo tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno.

Le parole chiave per una corretta alimentazione sono: varietà e combinazione. E’ questo ciò che ritengono numerosi medici e nutrizionisti.

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Esistono alcune regole basilari e semplici da seguire che ognuno di noi dovrebbe applicare quotidianamente e che ci permettono di abituarci a uno stile alimentare sano ed equilibrato, perché la dieta, così come la intendiamo e la facciamo un po’ tutti, è qualcosa di occasionale e di triste, che spesso iniziamo lunedì e abbandoniamo mercoledì a causa delle gravi rinunce a cui ci sottopone, ma uno stile alimentare è anche uno stile di vita, che, una volta acquisito, difficilmente perderemo.

La prima di queste regole è quella di bere molta acqua, fin dal mattino, possibilmente lontano dai pasti, perché bere tra un boccone e l’altro rallenta la digestione a causa della diluizione dei succhi gastrici. Importante poi è mangiare molte verdure, perché sono ricche di vitamine e di sali minerali; inoltre, costituiscono un’ottima fonte di fibre, che favoriscono il raggiungimento del senso di sazietà. E’ utile sapere che le verdure sono cibi “neutri”, cioè possono essere combinate liberamente con altri alimenti (carboidrati, proteine).

Altre regole basilari sono: fare una buona prima colazione, possibilmente a base di cereali integrali, frutta, latte o yogurt; fare due spuntini tra i pasti principali, per evitare di arrivare troppo affamati al pasto successivo e per tenere allenato il metabolismo; ridurre il sale, che provoca ritenzione idrica e occlude le arterie, e ridurre il condimento; infine, masticare a lungo i cibi. La masticazione, infatti, facilita la digestione e ci fa sentire rapidamente sazi.

E’ bene sfatare un mito particolarmente diffuso nella società occidentale, un germe nato negli Stati Uniti, si tratta dell‘errata, spesso isterica, convinzione che per dimagrire occorra consumare tante proteine ed eliminare i carboidrati.

Questi ultimi, invece, dovrebbero essere alla base della nostra alimentazione, perché ci forniscono energia. Sarebbe opportuno piuttosto introdurre una quantità giusta di carboidrati per garantire una corretta metabolizzazione delle proteine e per alimentare i muscoli e il cervello.

Per quanto riguarda le proteine, occorre sottolineare che anch’esse sono fondamentali, perché costruiscono i tessuti e riparano quelli danneggiati o invecchiati. Ma un eccesso proteico può affaticare gravemente gli organi interni, in particolare i reni, dal momento che la metabolizzazione delle proteine comporta la produzione di tossine.

Le proteine non fanno dimagrire, quelle in eccesso si trasformano in tessuto adiposo, soprattutto quando nell’alimentazione c’è una carenza di carboidrati.

Abbiamo rivolto alcune domande al Dott. Leonardo Pentivolpe, medico-chirurgo di Treviso, coordinatore della Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia.

Dott. Pentivolpe, qual è la prima regola per una sana alimentazione?
“Una regola di primaria importanza è che ad ogni pasto ci sia la presenza dei tre macronutrienti (carboidrati, proteine e lipidi). Fondamentale poi è non saltare mai i pasti”.

4423946Quali sono le combinazioni alimentari da evitare?
“Bisogna evitare di introdurre nello stesso pasto proteine animali di diversa origine, ad esempio: carne e formaggi; carne e pesce; uova e pesce, e così via”.

Una dieta fai-da-te molto diffusa è quella dissociata, che prevede il consumo di carboidrati in un pasto e di proteine nel pasto successivo. E’ più opportuno consumare le proteine a pranzo o a cena?
“Le proteine andrebbero consumate sia a pranzo che a cena in piccole quantità, combinate con carboidrati e lipidi”.

Il calcolo delle calorie è utile nel controllo del peso corporeo?
“Si tratta di un discorso complesso, però possiamo dire in generale che, per realizzare il dimagrimento, occorre che il numero delle calorie introdotte sia inferiore a quello delle calorie consumate”.

Infine, non dimentichiamo che per dimagrire non basta seguire una dieta, per quanto corretta questa possa essere; occorre anche intervenire sul metabolismo, stimolandolo attraverso l’assunzione di determinati alimenti che lo accelerano, ma soprattutto attraverso il movimento, ovvero un’attività fisica che sia costante, moderata e prolungata.

A volte una dieta può farci stranamente riscoprire il piacere del cibo e questo può portarci a sua volta a riscoprire anche il gusto della vita.