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Il kitesurf: uno sport tra cielo e mare

ottobre 29, 2009

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di Noemi Azzurra Barbuto

Si stagliano nel cielo azzurro come tante virgolette colorate, sembrano grandi aquiloni che volano alti e fieri, sfidando il vento in un gioco in cui vincere è lasciarsi portare, e, infine, volare. Sono le ali dei kitesurfisti, sportivi sognatori, con i piedi saldi su tavole traballanti e con la testa e le braccia protese verso il cielo.

E’ una fusione di elementi: aria, acqua, terra, e anche fuoco, quello che brucia nel cuore di questi atleti infaticabili, perché non ci si stanca mai di ciò che si ama. Ed eccoli a rincorrere il vento, a sperare che il domani porti con sé la Bora, lo Scirocco, il Libeccio, il Levante, il Ponente, la Tramontana, il Maestrale; mentre il resto della gente si limita ad augurarsi che domani ci sia il sole.

Il kitesurf, sport acquatico, che può essere praticato tutto l’anno, è relativamente recente, introdotto in Italia solo da qualche anno, esso è nato intorno al 1999 sulle isole Hawaii. Si lavora con pochi strumenti: una tavola da surf, trainata da un aquilone (kite, o ala), governato per mezzo di una barra. Emozionante non solo per chi lo pratica, ma anche per coloro che assistono allo straordinario spettacolo acrobatico dei kitesurfisti, che si sollevano improvvisamente dalle acque con le loro tavole ed eseguono salti, capriole e giravolte sospesi nell’aria.

Un sogno di bambini che si realizza: volare trasportati dal proprio aquilone.

kitesurf-La costa ionica, in particolare la zona che si estende da Punta Pellaro a Lazzaro, è particolarmente adatta alla pratica del kitesurf a causa dei venti favorevoli e delle correnti dello Stretto. Ed è proprio qui, a Punta Pellaro, che è stata creata una scuola a didattica IKO (scuola ufficiale BEST), aperta a tutti coloro che desiderano imparare questa nuova disciplina sportiva.

Abbiamo rivolto alcune domande ad Agostino Martino, responsabile e titolare della scuola NewKiteZone di Punta Pellaro.

Come è nata questa sua passione per il kitesurf?
“Per caso, come per tanti altri, un giorno in spiaggia, nei pressi di Roma, ho visto volare un kite ed è stato un contagio irreversibile”.

Cosa l’ha spinta a fondare una scuola proprio qui, a Punta Pellaro?
“Punta Pellaro e Reggio Calabria offrono una condizione climatica e una qualità di vento che è raro trovare in altri posti in Europa. Un centro IKO di kite necessita di spazi adeguati e sicuri e, fortunatamente, proprio quella di Punta Pellaro è una delle spiagge più larghe della provincia. La metodica specifica IKO, la più collaudata e conosciuta nel mondo, trova in questo scenario un’applicazione ideale: coniugando condizioni met

eo, servizi, sicurezza totale e scenari mozzafiato”.

Questo sport non è ancora molto conosciuto. Ha notato di recente un incremento nel numero di coloro che lo praticano?
“Il kitesurf è lo sport acquatico con la maggiore percentuale di crescita al mondo (+400%/anno) ed ha goduto dell’evoluzione tecnica dei materiali e dell’attrezzatura. Adesso il kitesurf non è solo lo sport più “cool” dell’estate, ma è anche uno sport vero e riconosciuto dal CONI e questo prospetta un prossimo futuro di sicura espansione”.

La sua scuola può in qualche modo favorire il turismo lungo la costa ionica?
“NewKiteZone (presso il primo lido, “Movida”) è uno dei pochi centri IKO in Italia ed uno dei centoquaranta nel mondo e questo calamita una nuova richiesta turistica-sportiva che ha portata internazionale. Ne consegue che la positiva ricaduta sul territorio coinvolga tutto l’indotto: quello alberghiero, la ristorazione, il turismo culturale-ricreativo e quello eno-gastronomico, che nelle nostre zone può vantarsi di oltrepassare anche gli stretti confini della costa ionica, arrivando di fatto a coprire quelli dell’intera provincia. Un pubblico nuovo, finalmente “giovane”, si trova a scoprire con sorpresa l’esistenza di una Calabria mai immaginata prima”.

Uno sport che dona emozioni, ma anche molto faticoso. Quali muscoli lavorano di più?
“È uno dei luoghi comuni più diffusi. In verità, il kitesurf non è uno sport faticoso e può farlo chiunque, (ci sono kiters di otto anni). Il coinvolgimento muscolare è molto completo e, tra tutte le parti del corpo, forse proprio le braccia -al contrario di ciò che si crede-, sono quelle meno sollecitate. Il kite è infatti collegato ad una specifica imbragatura che consente il pilotaggio con leggeri tocchi di dita”.

Il kitesurf può essere praticato da tutti?
“Assolutamente sì, salvo patologie. I nostri corsi, tenuti tutto l’anno, comunemente si rivolgono ad un pubblico che va dai quattordici anni in su, senza limitazione di forma nè di peso: anche una ragazza di 40 kg è in grado di fare kitesurf senza alcuno sforzo, come alcune socie dell’associazione”.

È uno sport estremo? È sicuro?
“Il kitesurfing, o kiteboarding, grazie all’evoluzione costante e decennale di IKO nel mondo, è finalmente maturato da “sport estremo” a “sport d’azione”, azzerando i rischi e massimizzando il divertimento e la spettacolarità. I corsisti del nostro centro sono il nostro più evidente vanto ed orgoglio, progredendo nella riscoperta della dimensione naturalistica ed ecologica del nostro sport, fatto di emozioni, opportunità di nuova ed autentica socializzazione prima che di vano inseguimento di sorprendenti mode da spiaggia”.

Ci sono regole particolari da seguire?
“Si, soltanto due. Prima di tutto il rispetto del mare, della natura, dell’ambiente e il rispetto degli altri, perché noi siamo “ospiti” in mare e in spiaggia, per questo invitiamo a lasciarla sempre più pulita di come l’abbiamo trovata. La seconda regola è quella di non praticare da autodidatta. Il kitesurf è uno sport semplice e di rapido apprendimento, ma necessita del giusto e collaudato percorso certificato di una scuola professionale”.

Quale sentimento predomina quando ci si trova sull’acqua, trascinati dal vento?
“Sicuramente la libertà più assoluta, nel silenzio della sola natura, senza la contaminazione del rumore dei motori. Un sentimento prezioso, che spesso questo mondo frenetico ed alienante ci ruba. Ma occorre ricordare che solo un kiter ben addestrato usa e non è mai in balia del vento”.

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Lei ha viaggiato tanto in cerca del vento ideale per praticare il suo sport. Ritiene che Punta Pellaro abbia delle caratteristiche che la distinguono dalle altre coste che ha visitato?
“Punta Pellaro è semplicemante, (dati statistici registrati alla mano), lo spot con migliore media e qualità di vento in Italia ed uno dei più ventosi in Europa. E’ proprio viaggiando tanto che ho infine deciso di tornare a Reggio con il progetto di un centro di kitesurf IKO, essendo sicuro della qualità e delle potenzialità di quest’area per questo sport. Benché la metodica IKO sia la più collaudata e sicura, godere di uno spazio così ospitale, sabbioso e senza ostacoli per la didattica, distingue Punta Pellaro, quindi non solo per il suo vento costante e perfetto. Questo mese sedici istruttori, provenienti da tutta Italia, hanno completato il loro addestramento proprio a Pellaro e a Reggio Calabria, alla ricerca, (esaudita), del posto ideale per la loro formazione”.

È uno sport costoso?
“Si spende tanto se si commette l’errore di comprare attrezzatura inutile e se si sbaglia la scelta della scuola giusta. In generale, la scuola dovrebbe fornire tutto il necessario, e solo successivamente si penserà all’acquisto del kite definitivo”.

Prossimo appuntamento?
“Oltre che tutti i giorni presso la scuola di Punta Pellaro, dal 6 al 9 agosto si terrà il “Crossing Race 2009”, la seconda edizione della spettacolare traversata in kite e in windsurf dello stretto. Un evento straordinario che sta già calamitando l’attenzione di tutta Italia e a cui nessuno dovrà mancare. Tutti invitati, naturalmente”.