Posts Tagged ‘rapporto di coppia’

h1

Quando la critica diventa distruttiva?

luglio 10, 2013

di Noemi Azzurra Barbuto
Il luogocomune vuole che noi donne siamo quelle sempre pronte ad aprire il becco su tutto ciò che riguarda il nostro compagno. Ma la verità è che spesso anche gli uomini non fanno altro che giudicarci per come ci vestiamo, per come cuciniamo, per come ci trucchiamo, per come parliamo, per le nostre scelte, amicizie, e così via.
Dietro quella che a prima vista potrebbe apparirci come una critica, a volte si nascondono solo una preoccupazione e un consiglio sensato , ma è anche vero che quello che con astuzia potrebbe essere spacciato come un consiglio, che noi siamo incapaci di accettare, spesso nasconde un velenoso giudizio.
È giusto che chi ci vuole bene ci corregga. Stare insieme vuol dire anche questo. Ma cosa distingue le critiche costruttive da quelle distruttive?
Innanzitutto, un elemento importante per distinguere un consiglio da una critica è la frequenza. Se qualsiasi cosa facciamo, lui è sempre pronto a dire la sua, in modo anche aspro, a volte persino con sarcasmo, state certe che di consigli non si tratta, sebbene voglia farli credere tali. Un consiglio viene dato con amore, non contiene anche rabbia.
Quindi, in questo caso, care amiche, vi informo che vi trovate davanti Mister Sotuttoio.
Mister Sotuttoio è il più grande degli insicuri.
Critica in te tutto ciò che non accetta di se stesso e ciò che lo spaventa. Sta sempre lì a cercare qualcosa che non va, per potersi porre sempre su un piano di superiorità rispetto a te perché si sente inferiore.
Tenterà di convincerti del fatto che lui è più grande, ha più esperienza, è più vissuto, è uomo, che non ti vuole criticare, ma aiutare. E ti farà sentire sbagliata sempre e comunque. Se non capirai il fine buono delle sue parole, ti accuserà di essere permalosa, esagerata, presuntuosa, arrogante, mentre tu inghiotti critiche su critiche in silenzio come bocconi amari. Ti accuserà anche di non potere parlare con te.
Vivere con Mister Sotuttoio può diventare davvero difficile e fare sorgere in te moltissime insicurezze. Ma la cosa peggiore è che piano piano smetterai di essere te stessa davanti a lui, per paura di infastidirlo e di sentirlo parlare.
Il suo sguardo su di te ti apparirà come quello di uno scrutatore. Non ti sentirai amata, ma ti chiederai “Chissà cosa vuole adesso?!”.
Mister Sotuttoio ti ama, ma non può fare a meno di giudicarti. Forse perché anche lui è stato tanto giudicato e anche perché non si accetta. Quella severità che usa nei tuoi confronti la usa anche verso se stesso. Non si ama, si giudica. Ma gli viene più facile fare pesare i giudizi su di te.
Tranquilla, piano piano ti abituerai. Dimenticherai che amare è libertà di essere ciò che si è, sentirsi a proprio agio sempre, non temere di essere giudicato, non criticare, bensì accettare l’altro per ciò che è.
Presto Mister Sotuttoio ti accuserà di essere un problema, un danno, una rovina, perché lui è tanto insoddisfatto della sua vita che deve trovare qualcuno o qualcosa a cui addossare tutte le colpe.
Forse finirai con il crederci. Ti sforzerai di essere perfetta, cioè, non perfetta, ma come lui vorrebbe che tu fossi, sebbene non ti sia chiaro cosa voglia.
Purtroppo, sai, è così facile credere alle cattiverie, soprattutto se vengono ripetute ogni giorno.
Non importa quanto tu sia bella, innamorata, devota, non importa quanto darai, quante ne perdonerai, quanta gioia porterai nella sua esistenza. Mister Sotuttoio vede tutto nero.
Potrà mai cambiare?
Ti devo dare una bella notizia. Ti sembrerà impossibile, ma sì, può cambiare.
Può passare dalle critiche agli apprezzamenti, può riconoscere i suoi errori, l’essere stato pesante, eccessivo, critico, severo, l’averti trascurata, il non averti fatta sentire amata. Può essere sinceramente addolorato e soffrire da morire. Ma solo quando ti avrà ormai irrimediabilmente persa.Perché lui è così: insoddisfatto e infelice. E come ogni insoddisfatto vuole solo tutto ciò che non può avere. Tutto ciò che gli manca.

h1

Andiamo verso una società di single?

marzo 20, 2013

essere-singledi Noemi Azzurra Barbuto
La discriminazione oggi non riguarda più il sesso, il colore della pelle, ma lo stato civile. Finiti i tempi in cui chi aveva superato i trent’anni e non era sposato doveva subire continue mortificazioni e cercare di non rispondere alle inquisitorie domande dei parenti in occasione di feste e compleanni in famiglia, oggi viviamo gli albori di una controtendenza: a subire gli svantaggi del proprio stato civile sono sempre di più quelli sposati.
Ristoranti per single, vacanze per single, libri per single, monolocali per single, macchine per single, lavatrici per single, aperitivi per single, negozi per single sorgono ormai ovunque, anche in Italia. Con una precedente esperienza di matrimonio alle spalle o mai accasati, impenitenti sempre, oggi i single sono sempre più numerosi, ma soprattutto sono contenti. Si distinguono sia dai classici Don Giovanni di una volta, orgoglio di mamma e papà, Peter Pan mai cresciuti, che da quelle zitelle pelose, diventate sempre più acide con il tempo, che, sebbene rare, si vedevano in giro. Loro sono single per scelta personale, non per scelta di qualcun altro. E single vogliono restare.
Sono soprattutto donne che, sperimentata la quiete e la libertà del vivere da sole, non ci pensano neanche a rinunciarci per convolare a nozze con il primo arrivato. Sempre più esigenti, loro oggi vogliono un uomo straordinario sull’altro piatto della bilancia, altrimenti lasciano perdere perché non ne varrebbe proprio la pena. Loro hanno capito che non serve un uomo accanto per essere felici.
Se fino ad ieri i sogni di ogni ragazza erano il giorno del matrimonio, la proposta di matrimonio, il vestito da sposa, i figli, il marito dei sogni, l’anello, oggi sono il giorno della laurea, il lavoro, la carriera, il successo (perché no?!), la propria indipendenza economica, vivere da sola, e così via.
Ma non è vero che queste donne abbiano perso l’istinto materno. Hanno solo messo al centro se stesse e hanno capito che un bambino è più felice se la sua mamma è a sua volta felice e realizzata innanzitutto come donna.
Ma di chi sono figlie queste donne di oggi? Sono figlie di quelle donne di ieri che hanno sognato matrimonio, casa, figli, marito, ma anche carriera, indipendenza, lavoro, ma che poi hanno messo nel cassetto questi ultimi sogni, tra i pannolini e la lista della spesa. Ma ogni tanto i sogni messi da parte affioravano in loro e le rendevano tristi, a volte infelici, e oggi piene di rimpianti. Le loro figlie vogliono riscattarle…perché hanno ricevuto così tanto dalle loro madri: la loro stessa esistenza.
Queste figlie hanno imparato una lezione che non hanno avuto direttamente. E oggi sanno cosa vogliono, ma sanno soprattutto di meritarlo. Non è vero che non si sposano perché non credono nel matrimonio. Ci credono così tanto che non vogliono ridurlo alla scelta di un vestito, ad una cerimonia, ad una decisione presa a qualunque costo con il rischio di sbagliare. Si prendono il loro tempo.
Forse è proprio così: andiamo verso una società di single. Ma questo non deve farci temere come conseguenze la perdita del valore della famiglia, la solitudine, l’affermazione dell’individualismo, il calo della natalità, e così via. Essere single a lungo oggi significa solo scegliere più consapevolmente chi avere accanto…per il resto della vita. E non è questo il presupposto fondamentale di un matrimonio felice?

h1

Le frasi antierotiche da non dire ad un uomo

marzo 19, 2013

4a8c0a9b068b6_bigdi Noemi Azzurra Barbuto
Il verbo è potere e da sempre nella storia chi ha saputo usarlo bene ha conquistato popoli e regni. Anche in amore le parole hanno il loro peso e possono avvicinarci al cuore di chi amiamo, ma ci sono parole che non andrebbero pronunciate mai. Alcune frasi, infatti, hanno il potere di fare scappare un uomo a gambe levate, ecco perché, all’occorrenza possono essere utilizzate anche per liberarsi di un corteggiatore, o di un partner, diventato troppo fastidioso ed ingombrante.
La prima tra queste è sicuramente la classica “Non posso vivere senza di te”. La donna che la pronuncia sta dichiarando così all’uomo che ha davanti che lui è indispensabile per lei, per la sua stessa esistenza e che, se tra loro finisse, lei morirebbe e non sarebbe in grado si andare avanti senza di lui. Non è vero che l’uomo che si sentirà dire queste parole ne sarà lusingato e contento. Al contrario, si sentirà soffocare, crederà di avere in pungo la partner e che qualsiasi cosa lui facesse o in qualsiasi modo la trattasse, lei non lo lascerebbe mai. E poi, parliamoci chiaro, quale uomo è così fondamentale per la nostra esistenza? Anche l’uomo che amiamo, nostro marito e padre dei nostri figli, deve essere una presenza che arricchisce e migliora la nostra vita, che non sarebbe finita se mancasse lui.
L’altra frase è una domanda: “Quando ci sposiamo?”. Una donna non dovrebbe mai fare certe domande. Potremmo dire che una donna ha molte possibilità di convolare a nozze finché non pronuncia queste parole. Da questo momento in poi l’uomo farà di tutto per rimandare il matrimonio e vedrà l’altare come un patibolo. E poi…Sei davvero sicura di volere già rinunciare alla tua spensieratezza per diventare moglie? Lo vuoi davvero o pensi solo che la società e la tua famiglia si aspettano questo da te arrivata a questo punto? Perché tanta fretta di cucinare più volte al giorno, di lavare i piatti, di fare anche il suo bucato, di stirare, di mettere in ordine il suo disordine, ecc…? Sì, dici che lui ti aiuterà, ma ricordati che il peso della casa grava più sulla donna, anche quando l’uomo è collaborativo…E non c’è parità che tenga! Godetevi il vostro tempo da fidanzatini il più possibile e tu fai che sia lui a farti certe proposte con il cuore in gola per la paura che tu non possa accettare.
“Dobbiamo parlare”. Prova a dirlo…Lui è già andato.
“Andiamo a fare shopping” è una di quelle proposte che l’uomo non vorrebbe mai ricevere. Per lui fare shopping significa stare a braccia conserte e con aria imbarazzata davanti ad un camerino mentre lei prova innumerevoli capi d’abbigliamento ed il negozio è invaso da uno stuolo di donne elettrizzate. Si sente fuori posto, si annoia, non sa dove guardare.
“Ho bisogno di te”. Questa è una frase a volte utile, non sempre negativa, dipende dalle circostanze. Se hai bisogno di lui per cambiare una ruota, montare un mobile, cambiare le lampadine di tutta la casa, portare le valigie, imbiancare casa, mettere benzina al distributore automatico senza sporcarti le mani ed il vestito bianco, allora puoi dirlo pure, e fare finta di crederci davvero.
“Non mi lasciare”, o “non mi tradire”, o “non mi deludere”. Sono frasi altamente antierotiche che odorano di disperazione e insicurezza. Il tuo pensiero di fondo dovrebbe essere: “Se mi lasci, sono cavoli tuoi. Sarà un altro il fortunato”. E non hai bisogno di dirglielo, lo leggerà dal tuo atteggiamento.
Parole, parole, parole…Quanto parliamo noi donne e non abbiamo ancora capito che il vero potere forse è nel silenzio. Dobbiamo usare questo e dosarlo a dovere per ottenere tutto ciò che vogliamo da un uomo. Non è con le parole che lo convinceremo, ma lui si convincerà da solo semplicemente con il nostro silenzio.

h1

La fine di un amore: cambiare prospettiva

marzo 1, 2013

imagesCATBONSI

di Noemi Azzurra Barbuto

La fine di una storia d’amore è sempre un evento doloroso, a volte persino drammatico quando coincide con una separazione. Non conta se a prendere la decisione siamo stati noi o sia stata l’altra persona, si soffre comunque e ci si ritrova a dovere affrontare una nuova vita da soli.

Tuttavia, anche un periodo difficile come questo può costituire una formidabile occasione per migliorare se stessi e la propria vita.

Il segreto? Cambiare prospettiva.

Ma come si fa? Basta guardare i lati positivi ed i vantaggi che comporta la ritrovata vita da single, invece di continuare a piangersi addosso dandosi per finiti.

Innanzitutto, di solito, quando si chiude definitivamente una relazione, il periodo immediatamente precedente è stato piuttosto pesante: litigi, insofferenza, delusioni varie e di ogni tipo, che ci hanno fatto rivalutare l’altro. Arriviamo alla fine stanchi, provati, arresi.

Da soli è possibile ricaricare le proprie energie e prendersi maggiore cura di se stessi. Può succedere che ci si senta subito più sereni, allontanandosi, proprio perché la vita insieme era ormai diventata insostenibile.  Piano piano ci si sentirà sempre meglio. Questo non significa che non sentiremo la mancanza dell’altro, ma che tale vuoto può essere colmato in mille modi diversi: uscendo, facendo nuove amicizie, dedicandosi ad una rimessa in forma generale del proprio corpo, cambiando look, buttandosi in un nuovo progetto lavorativo, che ci potrà dare entusiasmo e nuova fiducia in noi stessi.

Dobbiamo sorridere il più possibile e non lasciarci mai sopraffare dalla malinconia. Tale atteggiamento creerà intorno a noi un alone magico e le cose inizieranno ad andare sempre meglio.

Ecco alcuni lati positivi della nuova vita appena intrapresa:

  • non dovrai più avere nulla a che fare con i parenti di lui (o lei) né con i suoi amici;
  • non dovrai più cucinare, stirare, fare la spesa, sistemare la casa, prenderti cura di un’altra persona;
  • non subirai più le sue critiche, le sue lamentele o il suo nervosismo;
  • potrai organizzare le tue giornate come meglio credi;
  • una vita più serena ti renderà più bello/a;
  • non dovrai più dare conto a nessuno dei tuoi acquisti;
  • se ne hai voglia, potrai mangiare un panino davanti alla tv per cena ed uscire a che ora vuoi;
  • potrai dire addio alle domeniche davanti alla tv a guardare la partita;
  • potrai vestirti come ti pare;
  • potrai conoscere nuove persone;
  • potrai sentirti gratificato/a scoprendo di piacere all’altro sesso;
  • raggiungerai nuove consapevolezze e maggiore sicurezza;
  • potrai fare tutto quello a cui avevi rinunciato perché a lui/lei non piaceva;
  • ricomincerai a sentire il batticuore per un’altra persona e capirai che ogni delusione è superabile;
  • non spenderai più soldi in regali per lui/lei;
  • potrai partire con i tuoi amici;
  • potrai fare tutto ciò che prima non ti era concesso;
  • potrai trasferirti fuori se ne hai voglia;
  • intraprendere un nuovo lavoro;
  • rispolverare i tuoi sogni e trasformarli in progetti da realizzare;
  • ritroverai nuove energie vitali;
  • ricomincerai a ridere di gusto dopo quel brutto periodo;
  • potrai frequentare chi vuoi;
  • ritroverai il sorriso e la voglia di fare;

T’innamorerai di nuovo, ma impara dai tuoi errori. Lo sbaglio più grande che tu possa fare sarebbe quello di chiudere il cuore. Una delusione non può farti smettere di credere nell’amore. Dare la tua fiducia è giusto ed indispensabile per costruire qualsiasi tipo di relazione, ma prima fai che sia meritata. Attento/a ai piccoli segnali. Cerca di trovare nell’altro/a tutto ciò che ti è mancato nella tua precedente relazione: tenerezza, o impegno, o senso di responsabilità, o coraggio, o divertimento, o fedeltà. Ma preoccupati che anche il resto non manchi. Hai sofferto, sì, capita a tutti nella vita di credere e di restare delusi, non è tempo perso, e lo capirai. Ciò che sei oggi è il frutto di tutto ciò che hai fatto, il prodotto dei tuoi successi e dei tuoi errori. Non rinnegare mai il passato, quindi, rifiuteresti una parte importante di te. Piuttosto sii grato/a, è il tuo passato che ti ha reso possibile capire cosa vuoi davvero e che ti farà riconoscere la persona giusta.

Non avere paura. Potrà finire, vero. Già lo sai. Ma ora sai anche che non ne morirai.

Andrà sempre meglio.

Sorridi.

 

h1

ALI DI BURRO: ULTIMISSIME COPIE DISPONIBILI

febbraio 8, 2012

Miei carissimi lettori, non essendo attualmente disponibili presso la casa editrice le copie di “Ali di burro”, che al momento è in ristampa, è possibile acquistare le ultimissime copie, contattandomi direttamente sul mio indirizzo mail: azzurranoemi@hotmail.it.

Il prezzo del libro è di euro 13,90. Vi verrà spedito direttamente a casa.

Noemi Azzurra Barbuto

 

 

h1

Fino a che punto è lecito perdonare il proprio partner?

luglio 25, 2011

di Noemi Azzurra Barbuto

Non esistono ragazzi perfetti né relazioni perfette, e noi, quando pretendiamo la perfezione da noi stesse o dagli altri, commettiamo un grave errore, condannandoci all’infelicità e alla delusione continua.

Fa parte della crescita comprendere che ognuno và accettato per ciò che è e che neanche noi dobbiamo migliorare per meritare amore.

Tuttavia, questa consapevolezza non deve spingerci a perdonare qualunque errore del nostro ragazzo. Allora, viene spontaneo chiedersi: fino a che punto è lecito perdonare il proprio partner?

Fare una distinzione tra errori gravi e meno gravi, ossia tra quelli che possono essere perdonati e quelli sui quali non bisogna proprio passarci sopra, è impossibile.

Ogni errore è grave se ci ferisce e scalfisce la fiducia che avevamo riposto in una persona. Ciò che rende un errore perdonabile, semmai, è la nostra individuale capacità di archiviare ciò che stato ed andare avanti senza più parlarne. Infatti, che perdono finto sarebbe quello di chi continua a rivangare il passato in occasione di ogni discussione?

Ma se non è possibile discernere tra errori perdonabili ed errori non perdonabili, un’altra distinzione è necessaria. Quando il nostro partener ci ferisce in qualche modo, dobbiamo sfrozarci di comprendere se il suo sia stato un errore occasionale, dovuto ad un’infinità di circostanze contingenti e che difficilmente si ripresenteranno, o se faccia parte del suo modo di essere. In questo secondo caso, l’errore di certo sarà reiterato e, stranamente, più noi saremo pronte a perdonare più lui sarà portato a sbagliare, perché penserà che le sue azioni non hanno conseguenze irreversibili.

Ecco perché è giusto perdonare la prima volta: perché, da un lato, una seconda occasione si deve concedere a chiunque; dall’altro, perché anche noi dobbiamo avere l’opportunità di comprendere se il ragazzo che amiamo merita di starci accanto e la nostra fiducia. In fondo, a noi interessa essere felici. Quindi perché stare accanto ad un ragazzo che piano piano ci rende sempre più deboli ed insicure? Non è questo lo scopo dell’amore.

Il perdono che diamo agli altri non è altro che una chance che noi concediamo a noi stesse.

Ma cosa fare se il nostro lui commette lo stesso errore? Il pericolo insisto nel perdonare una seconda volta è quello di cadere nella spirale vorticosa di una relazione instabile, fatta di continui abbandoni e di continui ritorni, nonché di abitudini sbagliate. Chi di noi non ci è passata?

Noi donne, infatti, siamo più portate a perdonare, a comprendere, ci lasciamo intenerire dalle lacrime e siamo oltranziste fino all’autodistruzione nel credere che il nostro partner con il tempo opererà un miracolo: cambierà per noi.

Ma è solo un’illusione, ragazze. Sì, per amore si può migliorare, ma non si può cambiare. Quindi, davanti ad un ragazzo che ci fa soffire, che ci racconta bugie, che ci mette sempre da parte preferendo gli amici, che ci tradisce, la scelta migliore da fare non è perdonare ancora e attendere che cambi, bensì cambiare partner ed andare avanti.

“Finché si ama si perdona”, si dice. Ma non dimentichiamoci mai che siamo noi il nostro primo vero grande amore. Per tutta la vita.

h1

Gli uomini possono cambiare?

giugno 21, 2011

di Noemi Azzurra Barbuto

Lo diceva anche Mia Martini e ne era tanto convinta da farci una canzone, diventata famosa, sull’argomento, «Gli uomini non cambiano». E forse, in fondo, lo sappiamo tutte, anche se ce ne dimentichiamo quando ci innamoriamo. A chi di noi non è capitato di amare un uomo e di volerlo cambiare? Non importa che età abbia, da quanto tempo stiamo insieme, quale sia il suo “handicap” da volere modificare, ogni donna è convinta, quando è innamorata, che l’uomo che ama per lei migliorerà e che sia solo questione di tempo.

Così ognuna si aspetta che l’eterno farfallone scopra il piacere della monogamia, che l’incorreggibile Peter Pan si decida a crescere, che il bugiardo incallito ad un tratto si trasfromi nell’uomo più sincero al mondo, e così via.

Spesso noi donne portiamo avanti per anni delle storie nel presupposto che le cose cambieranno. Il vero guaio si verifica però quando ci trasciniamo dietro per la vita, come una zavorra, un rapporto che ci fa solo soffrire, nel tentativo, destinato sempre a fallire, di vedere migliorare l’uomo che ci sta accanto.

Le donne sono le creature più testarde del creato. Affronto questo argomento anche nel mio libro, “Ali di burro”, dove la frase «gli uomini non cambiano mai» ricorre spesso fin dalle prime pagine ed in cui scrivo: «Voler cambiare un uomo, in fondo, è voler cambiare la realtà, non accettarla. È quasi un delirio di onnipotenza. Alla fine, lui non conta più niente, ciò che conta è vincere questa battaglia con noi stesse e con la realtà delle cose. Ci buttiamo contro il muro fino a quando non cadiamo a terra, ci distruggiamo, perché siamo idealiste, perché siamo testarde, perché siamo fragili ed incorreggibili. Alla fine, moriamo come delle eroine».

Non sono poche le donne che io ho conosciuto che hanno buttato via la loro vita, i loro anni più belli, nel tentativo e nell’attesa di vedere cambiare il proprio compagno e realizzare così il proprio sogno d’amore perfetto. Tutto ciò che ne hanno ottenuto è stato cambiare loro stesse. In peggio.

Sì, perché mandare avanti storie sbagliate, rapporti che non ci rendono felici, che ci fanno soffrire, nuoce gravemente alla salute, sia quella fisica che quella psichica. Ci peggioriamo, consumiamo parte della nostra luce, perdiamo sempre. Mi chiedo e vi chiedo allora: ma ne vale la pena?

Bisogna arrendersi alla realtà, all’evidenza delle cose, alla verità, all’impossibilità di cambiare il mondo. Insomma, noi non siamo Dio, perché sforzarci di esserlo?.

È vero che gli uomini, quando si innamorano, diventano migliori, ma questo non significa “diversi”. Se una storia ci fa stare male, è molto probabile che sia una storia sbagliata per noi. Ed in questo caso è molto meglio porvi fine senza aspettare per vedere se lui cambierà.

Il cambiamento più duraturo che ho visto compiere ad un uomo è stato sempre preceduto dalle lacrime e dal rimpianto ed è stato lungo una settimana.

Non esistono solo gli uomini sbagliati. Esistono anche gli uomini giusti. Quelli che non vorremmo diversi, quelli che ci fanno stare bene e che ci rendono felici, nonostante le difficoltà della vita. Per questo non trascuro mai di sottolineare che se, da un lato, è sempre impossibile cambiare un uomo; dall’altro, è sempre possibile cambiare uomo.

 

 

h1

In amore gli opposti si attraggono o si respingono?

Maggio 26, 2011

di Noemi Azzurra Barbuto

Per amarsi bisogna assomigliarsi. È ciò che sostiene lo psicologo inglese Glenn Wilson, che ha condotto uno studio sulla coppia, elaborando il Quoziente di compatibilità (Qc), unità di misura dello stato di salute di un rapporto. Il docente, attraverso elaborati questionari sottoposti ad oltre 2.000 persone, è giunto alla conclusione che le coppie più longeve e più stabili sono quelle caratterizzate da parteners molto simili tra di loro nel carattere, nelle preferenze, negli interessi, nei valori e nei modi di fare.

Ma in amore, si sa, non esistono regole generali ed assolute. Come affermava Blaise Pascal, «il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce». E forse noi possiamo aggiungere: “che non può conoscere”. Dunque, secondo il filosofo-matematico francese, che la scienza sia capace di spiegare perché restiamo più attratti da una persone rispetto ad un’altra, o cosa ci sia alla base del colpo di fulmine, o perché alcuni partners scelgano di stare insieme per tutta la vita, mentre altre coppie naufraghino dopo pochi mesi di vita a due, è assolutamente da escludere.

In che cosa poi sia opportuno essere simili non è specificato nel dettaglio da Wilson. Ci si chiede allora se per stare a lungo insieme sia necessario avere la stessa nazionalità, dando valore all’antico proverbio popolare “Moglie e buoi dei paesi tuoi”, o possedere lo stesso livello culturale, la stessa estrazione sociale, stipendi più o meno uguali, stessi hobbies, stessi gusti sessuali, stesso bioritmo, stessa età, stesso modello familiare, stesse perferenze culinarie, affinché non si litighi sul ristorante da scelgiere (messicano e italiano?), e così via.

Bisogna riconoscere a Wilson il merito di avere fatto un gran bel lavoro, analizzando un campione così esteso, avendo dedicato tanta cura alla sua ricerca, tuttavia è stato inutile. Sì, fatica sprecata, perché la ricetta dell’amore per tutta la vita possono trasmetterla bene soltanto i nostri nonni, che non hanno condotto nessuna indagine e non hanno elaborato nessun questionario, bensì hanno fatto qualcosa di più importante: hanno vissuto. E vivendo hanno sofferto, hanno gioito, hanno superato tanti ostacoli, ed hanno anche amato. L’ingrediente principale di questa ricetta d’amore è la pazienza. Ne occorre tanta per superare i momenti critici, le difficoltà quotidiane, i piccoli grandi litigi, le piccole grandi crisi da cui nessuna coppia è mai stata o sarà mai immune.

Wilson crede che, eliminando ogni causa di possibili attriti attraverso la somiglianza dei due partners, si possa giungere ad un rapporto longevo. Sarebbe opportuno, piuttosto, che le coppie sapessero che le difficoltà ci saranno sempre e che l’essere identici non le potrà escludere, ma che potranno superarle attraverso la comprensione, e il loro amore così ne uscirà ancora più forte.

Un rapporto tra due persone non è qualcosa di statico, come postula Wilson, ma qualcosa in continuo divenire, dal momento che nel corso della vita si cambia, si cresce, si modificano idee, opinioni, modi di fare, modi di pensare, ideologie, principi. La coppia più longeva è quella capace di vivere le diversità che via via si presentano armonizzandole, facendo in modo che esse non siano motivo di divisione, bensì motivo di arricchimento reciproco e di maturazione. Immaginare un rapporto in cui i due parteners sono simili, credendo inoltre che potranno continuare ad esserlo per tutta la vita, non è soltanto inverosimile, ma persino poco allettante. Infatti, il confronto con ciò che è diverso da noi ci porta a fare esperienze nuove, a conoscere noi stessi, a rendere la nostra esistenza meno monotona, più dinamica. Più che simili, occorre essere complemetari, ossia possedere delle diversità attraverso le quali giungere all’equilibrio, alla completezza.

L’essere diversi comporta, inoltre, la coltivazione da parte dei parteners di passioni differenti e, di conseguenza, il mantenimento di sani spazi individuali che in ogni coppia rappresentano sempre un toccasana, in quanto permettono a ciascuno di passare del tempo da solo, di ricaricarsi e di sentire anche la mancanza del compagno.

La diversità dell’altro, dunque, non deve essere considerata in modo negativo, come causa di contrasti, ma in modo positivo, come opportunità.

Tuttavia, lo psicologo britannico non ha tutti i torti. Per stare insieme a lungo bisogna averla una somiglianza. Fondamentale è camminarsi accanto guardando verso la stessa direzione.