Posts Tagged ‘partito democratico’

h1

Il Partito (Anti)democratico di Renzi e l’ultimatum sull’Italicum

aprile 21, 2015

di Azzurra Noemi Barbuto

Si chiama PD, ma dovrebbe chiamarsi partito antidemocratico, quello di Matteo Renzi, che è così bravo a fare il pugno di ferro in Italia, mentre in Europa e all’estero offre la mano morta. Con un pesante ultimatum, che sostanzialmente significa “o ve ne andate voi o vi mandiamo via noi”, il premier, in prossimità del voto finale sulla nuova legge elettorale, ha messo alla porta dieci esponenti del PD, epurandoli dalla Commissione Affari Costituzionali di cui erano membri e che dovrebbe essere ribattezzata “Commissione affari incostituzionali”. La loro colpa: essersi dichiarati non disposti a votare i singoli articoli, mostrando il loro dissenso nei confronti dell”Italicum, che sta tanto tanto a cuore al presidente del consiglio. 

 Un evento senza precedenti. Renzi continua a calpestare la Costituzione italiana e a comportarsi come un dittatore con pieni poteri, minacciando anche di chiedere la fiducia sulla legge elettorale. Anche questo sarebbe un episodio unico nella storia.
Ma stavolta Renzi avrebbe potuto tirare troppo la corda. Immediate anche le reazioni da parte delle opposizioni, sia Forza Italia che Movimento 5stelle si sono schierati contro l’epurazione compiuta da Renzi all’interno della Commissione, atto del tutto illegittimo, con il quale il Governo pretende di scavalcare il Parlamento. Inoltre, i democratici epurati e sostituiti non si danno per vinti e non sono disposti ad abbassare la testa anche a costo di negare la fiducia al Governo.
Se Renzi, che si comporta come Fantozzi fuori dall’Italia, mostrasse questa intransigenza in Europa, probabilmente non raccoglieremmo ogni giorno cadaveri nei nostri mari. 
La vera urgenza in Italia non è la legge elettorale. Non possiamo che auspicarci che il premier utilizzi questo suo piglio per la realizzazione di politiche per la casa o nella lotta all’immigrazione clandestina, che ci pone sempre più concretamente davanti alla minaccia del terrorismo di matrice islamica e crea grave instabilità interna e malcontento. 
h1

Il cavallino di Troia e la miopia del governo Renzi

aprile 19, 2015

di Azzurrra Noemi Barbuto

Continue, incessanti e senza precedenti storici, le ondate di immigrati clandestini che dal Nord Africa partono alla volta dell’Europa non solo non accennano a fermarsi, ma aumentano in modo vertiginoso, complice la politica adottata dal governo Renzi, che, invece di bloccare, o almeno regolare, i flussi, li incentiva proponendo l’Italia quasi come immenso villaggio turistico al centro del mediterraneo, pronto ad accogliere con ogni sorta di confort i visitatori, fornendo servizi di ogni tipo, ovviamente gratuiti e che suscitano l’invidia e il malcontento dei cittadini italiani, sempre più vessati dalle tasse in aumento e dalla mancanza di politiche a tutela del diritto alla casa. 

 Ma ciò che dovrebbe generare maggiore scalpore e preoccupazione è il contesto storico-politico in cui vengono realizzate queste politiche intrise di buonismo e del tutto controproducenti, ossia quello in cui si è delineata ormai chiaramente prima una dichiarazione di guerra a tutto l’occidente e poi una sanguinaria lotta armata contro la nostra civiltà, la sua cultura, la sua religione, i suoi simboli, da parte dello stato islamico, i cui soldati hanno già mietuto vittime anche italiane.
Lo Stato italiano risponde a questa minaccia in modo molto cristiano, aprendo tutte le sue frontiere, consentendo così facile accesso anche ai terroristi islamici che, per questa via, cioè quella del viaggio in mare, possono eludere tranquillamente i controlli e penetrare in Italia come un virus.
Innanzitutto, bisogna sottolineare che l’Italia si è fatta carico di un problema che è europeo in primis, ma che ha rilevanza internazionale. Spesso ci si lamenta che l’Europa ci ha lasciati soli. Ma la colpa è nostra. La colpa è di un governo incapace di fare sentire la sua voce, di mobilitarsi nelle istituzioni europee, di intervenire.
 Si vuole semplicisticamente contrapporre il buonismo del centro-sinistra ad un approccio considerato crudele e razzista del centro-destra. Ma niente è più lontano dalla verità. Ciò che porta il centro-destra ad assumere una posizione quasi intransigente riguardo al problema dell’immigrazione clandestina non è il razzismo, ma il buonsenso.
Un governo ha il dovere di provvedere e proteggere i suoi cittadini, pena l’affermarsi di uno spirito ostile, terreno fertile per l’affermazione di organizzazioni parallele e contrarie allo Stato stesso. Abbiamo aperto le nostre porte e accogliamo ogni giorno e più volte al giorno il cavallino di Troia, nel cui ventre si nascondono i nostri nemici, che nottetempo verranno fuori per mettere a ferro e fuoco la città. Cosa potremo dire dopo? Potremo dire soltanto “stiamo stati noi ad accoglierli, è colpa nostra”. 
Ma, al di là di queste ipotesi del tutto verosimili, l’immigrazione clandestina andrebbe limitata e regolata diversamente perché crea problemi di ogni tipo, anche quello della delinquenza, dal momento che il nostro mercato del lavoro, saturo anche per noi italiani, non potrebbe accogliere una domanda di lavoro così importante. Un altro rischio concreto potrebbe essere quello sanitario. Insomma, si tratta di una vera e propria emergenza. Se il governo è davvero mosso da sentimenti di generosità e comprensione nei confronti di questi poveri disperati, e non dal mero interesse, tenga a mente che l’immigrazione clandestina genera migliaia di vittime in mare. Una morte atroce. Ecco perché i flussi andrebbero bloccati già in acque internazionali, quando il percorso per giungere in Italia è superiore o almeno pari rispetto a quello già coperto dai barconi della morte.
L’Italia è diventata, inoltre, complice non solo della sua distruzione, ma anche dell’arricchimento di quei gruppi terroristici che continuano a seminare morte e ci minacciano, in quanto contribuisce alla crescita del loro giro di affari illeciti e delle loro risorse economiche sempre più ingenti. Infatti, è più che lecito sostenere che i delinquenti che gestiscono i copiosi traffici di immigrati, altamente redditizi, siano legati ai gruppi terroristici che ormai hanno il pieno monopolio delle attività criminali più remunerative. 
Stando così le cose, se il governo Renzi non opererà un cambio di rotta nel mediterraneo, diventerà sempre più concreto il rischio che i terroristi islamici ci colpiscano al cuore. Non è allarmismo, ma lucida consapevolezza, quella che purtroppo manca a chi ci governa e a tutto il centro-sinistra italiano, la cui fine sarà segnata irrimediabilmente nel caso in cui la possibilità di un attentato dovesse concretizzarsi. 
Ai posteri l’ardua sentenza. 

h1

Lega nord conquista il Sud: flirt o storia d’amore?

marzo 20, 2015

di Azzurra Noemi Barbuto

Da partito prettamente “nordista”, mirante alla piena indipendenza della padania dal resto dell’Italia, ostile al meridione e sempre pronto a prendere alla berlina gli italiani del Sud Italia, Lega Nord negli ultimi mesi ha segnato un cambiamento di rotta con un progressivo avvicinamento ed un’apertura al Mezzogiorno che sarebbero stati del tutto inimmaginabili prima, all’epoca in cui Bossi, il suo fondatore, tuonava contro il resto del bel Paese dall’alto del podio, infiammando gli animi contro i meridionali considerati “sporchi”, “mafiosi”, “ladri”, e chi più ne ha più ne metta. 





Un’apertura che si era già manifestata nel dicembre del 2010 con la diffusione di Radio Padania Libera in Puglia, precisamente nel Salento, meta di vacanze turistiche di Matteo Salvini, all’epoca europarlamentare di Lega Nord, che dichiarava solennemente nel gennaio 2011: “Nel Salento trascorrerò le vacanze, in Campania non andrò mai”.

Invece, Salvini in Campania e nelle altre regioni del Mezzogiorno si è poi recato, e anche spesso. E non per trascorrere le vacanze, bensì per propaganda politica. 
Monito per tutti i politici, che, dal momento che la politica stessa spesso assomiglia ad una contingenza di natura economica, dovrebbero andarci piano con le dichiarazioni passionali e lungimiranti per non essere poi tacciati di incoerenza. Ma forse poco gli frega! Più importante è “la ragion di partito”, anzi “la ragioni di voto”. 
“Lega nord ama il Sud”, è questo il titolo di un divertente servizio del programma “Le Iene”, andato in onda qualche settimana fa, ed è con questo slogan che il partito padano si fa strada sempre meno faticosamente verso il meridione. Il Sud: prima demonizzato e ora così fondamentale per il successo elettorale di Lega Nord nonché per il suo consolidamento a partito di rilevanza nazionale, al pari degli altri colossi.
Che sia questa la strategia portata avanti dal leader leghista? 
Ah, l’amore! L’amore! Quanto ci fa disperare questo nobile sentimento! Un giorno ci si odia e l’altro ci si ama! L’amore è così! O no? 
Ma non solo Lega Nord ama il Sud, è anche quest’ultimo a manifestare un sentimento di progressivo appeasement nei confronti del partito che fino a poco tempo fa lo denigrava con disprezzo. 
Ma cosa rende possibile questo felice sodalizio, o questo amore? Le ragioni sono certamente da ricercare nella critica situazione che sta vivendo l’Italia, ancora in crisi, non del tutto stabile politicamente e vessata sia dal problema, sempre più grave, di una immigrazione epidemica sia dalla piaga del terrorismo perpetrato dagli eserciti dello Stato islamico, che minacciano l’Italia. 
In questa situazione era inevitabile che un partito come Lega Nord, che si è sempre dichiarato con fervore contrario all’immigrazione, riscuotesse successo e seguiti nel Mezzogiorno, area che subisce e sente di più l’emergenza immigrazione, percepita come una vera e propria piaga. 
Un amore non privo però, come ogni grande storia d’amore, di possibili trame e pericoli, a cui il leader leghista dovrebbe fare attenzione. Infatti, nel suo tentativo di fare innamorare il Mezzogiorno, Salvini potrebbe suscitare le gelosie dei seguaci più radicali della Lega, per intenderci, quelli che consideravano i terroni “sporchi”, “mafiosi”, “ladri”, e chi più ne ha più ne metta. Un rischio certamente sussistente, ma reso comunque improbabile dalle dinamiche della psicologia sociale, secondo le quali due insiemi (o gruppi) opposti e divergenti sono destinati a diventare un unico grande insieme coeso davanti ad un altro insieme (o gruppo) ostile proveniente dall’esterno, in questo caso l’Isis, che sembra avere realizzato qualcosa di buono in Italia, una missione impossibile: mettere d’accordo terroni e polentoni. 
Bisogna altresì considerare che, nell’attuale spoglio panorama politico italiano, in cui domina uno scolorito Matteo Renzi che era stato salutato come l’uomo nuovo (più per la giovane età che per i propri meriti politici) in grado di portare una ventata di ossigeno e di risolvere le problematiche che affliggono l’Italia, ma rivelatosi poi incapace di fare fronte in modo deciso e opportuno alle richieste più importanti provenienti dal popolo, Matteo Salvini rappresenta l’alternativa più forte e concreta alla mollezza dell’altro Matteo.
Una congiuntura sicuramente favorevole alla Lega e, in primis, a Salvini, che ne appare del tutto consapevole. 
Possiamo fare facilmente una previsione a questo punto: si è aperta l’ascesa politica di Salvini verso la presidenza del Consiglio dei Ministri. Non ci resta che aspettare le prossime elezioni, con l’augurio che al popolo italiano sarà finalmente data la possibilità di esercitare quello che è semplicemente un suo insindacabile diritto: il voto.