di Azzurra Noemi Barbuto
Da partito prettamente “nordista”, mirante alla piena indipendenza della padania dal resto dell’Italia, ostile al meridione e sempre pronto a prendere alla berlina gli italiani del Sud Italia, Lega Nord negli ultimi mesi ha segnato un cambiamento di rotta con un progressivo avvicinamento ed un’apertura al Mezzogiorno che sarebbero stati del tutto inimmaginabili prima, all’epoca in cui Bossi, il suo fondatore, tuonava contro il resto del bel Paese dall’alto del podio, infiammando gli animi contro i meridionali considerati “sporchi”, “mafiosi”, “ladri”, e chi più ne ha più ne metta.


Un’apertura che si era già manifestata nel dicembre del 2010 con la diffusione di Radio Padania Libera in Puglia, precisamente nel Salento, meta di vacanze turistiche di Matteo Salvini, all’epoca europarlamentare di Lega Nord, che dichiarava solennemente nel gennaio 2011: “Nel Salento trascorrerò le vacanze, in Campania non andrò mai”.
Invece, Salvini in Campania e nelle altre regioni del Mezzogiorno si è poi recato, e anche spesso. E non per trascorrere le vacanze, bensì per propaganda politica.
Monito per tutti i politici, che, dal momento che la politica stessa spesso assomiglia ad una contingenza di natura economica, dovrebbero andarci piano con le dichiarazioni passionali e lungimiranti per non essere poi tacciati di incoerenza. Ma forse poco gli frega! Più importante è “la ragion di partito”, anzi “la ragioni di voto”.
“Lega nord ama il Sud”, è questo il titolo di un divertente servizio del programma “Le Iene”, andato in onda qualche settimana fa, ed è con questo slogan che il partito padano si fa strada sempre meno faticosamente verso il meridione. Il Sud: prima demonizzato e ora così fondamentale per il successo elettorale di Lega Nord nonché per il suo consolidamento a partito di rilevanza nazionale, al pari degli altri colossi.
Che sia questa la strategia portata avanti dal leader leghista?
Ah, l’amore! L’amore! Quanto ci fa disperare questo nobile sentimento! Un giorno ci si odia e l’altro ci si ama! L’amore è così! O no?
Ma non solo Lega Nord ama il Sud, è anche quest’ultimo a manifestare un sentimento di progressivo appeasement nei confronti del partito che fino a poco tempo fa lo denigrava con disprezzo.
Ma cosa rende possibile questo felice sodalizio, o questo amore? Le ragioni sono certamente da ricercare nella critica situazione che sta vivendo l’Italia, ancora in crisi, non del tutto stabile politicamente e vessata sia dal problema, sempre più grave, di una immigrazione epidemica sia dalla piaga del terrorismo perpetrato dagli eserciti dello Stato islamico, che minacciano l’Italia.
In questa situazione era inevitabile che un partito come Lega Nord, che si è sempre dichiarato con fervore contrario all’immigrazione, riscuotesse successo e seguiti nel Mezzogiorno, area che subisce e sente di più l’emergenza immigrazione, percepita come una vera e propria piaga.
Un amore non privo però, come ogni grande storia d’amore, di possibili trame e pericoli, a cui il leader leghista dovrebbe fare attenzione. Infatti, nel suo tentativo di fare innamorare il Mezzogiorno, Salvini potrebbe suscitare le gelosie dei seguaci più radicali della Lega, per intenderci, quelli che consideravano i terroni “sporchi”, “mafiosi”, “ladri”, e chi più ne ha più ne metta. Un rischio certamente sussistente, ma reso comunque improbabile dalle dinamiche della psicologia sociale, secondo le quali due insiemi (o gruppi) opposti e divergenti sono destinati a diventare un unico grande insieme coeso davanti ad un altro insieme (o gruppo) ostile proveniente dall’esterno, in questo caso l’Isis, che sembra avere realizzato qualcosa di buono in Italia, una missione impossibile: mettere d’accordo terroni e polentoni.
Bisogna altresì considerare che, nell’attuale spoglio panorama politico italiano, in cui domina uno scolorito Matteo Renzi che era stato salutato come l’uomo nuovo (più per la giovane età che per i propri meriti politici) in grado di portare una ventata di ossigeno e di risolvere le problematiche che affliggono l’Italia, ma rivelatosi poi incapace di fare fronte in modo deciso e opportuno alle richieste più importanti provenienti dal popolo, Matteo Salvini rappresenta l’alternativa più forte e concreta alla mollezza dell’altro Matteo.
Una congiuntura sicuramente favorevole alla Lega e, in primis, a Salvini, che ne appare del tutto consapevole.
Possiamo fare facilmente una previsione a questo punto: si è aperta l’ascesa politica di Salvini verso la presidenza del Consiglio dei Ministri. Non ci resta che aspettare le prossime elezioni, con l’augurio che al popolo italiano sarà finalmente data la possibilità di esercitare quello che è semplicemente un suo insindacabile diritto: il voto.