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La mafia ha più paura della scuola che della giustizia

dicembre 4, 2009

di Noemi Azzurra Barbuto

La mafia ha più paura della scuola che della giustizia. Ne sono convinti gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Telesio-Montalbetti”, che hanno dato vita al primo Parlamento della Legalità, insediatosi ieri mattina.

Questa particolare istituzione è composta da venticinque giovani parlamentari, che hanno giurato fedeltà alla costituzione italiana davanti alle autorità civili, militari e religiose, che hanno dato il patrocinio morale al progetto elaborato dall’Osservatorio sulla Legalità, i cui obiettivi fondamentali sono, come ha sottolineato Grazia Gatto, presidente dall’osservatorio e promotrice dell’iniziativa, «la costruzione di reali percorsi di libertà e di cittadinanza e il rafforzamento della fiducia nella giustizia e nello Stato».

La creazione del Parlamento della legalità, che si inserisce nel quadro del progetto “Cittadinanza e Costituzione”, costituisce una di quelle attività portate avanti dalla scuola Montalbetti «al fine di rendere attraente la scuola – ha spiegato la preside Marisa Maisano – trasformandola in un luogo dal quale i ragazzi non vogliono andare via».

Uno degli obiettivi del Parlamento sarà la bonifica del perimetro della scuola attraverso la realizzazione di un orto botanico dotato di panchine, gazebo, lampioni e targhe esplicative, scritte anche in braille, che diventerà un punto di incontro accessibile a tutti.

Dopo avere espresso il suo entusiasmo nei confronti dell’iniziativa, monsignor Antonino Iachino ha dichiarato che soltanto la scuola può creare «una cultura alternativa alla degradante cultura mafiosa» e garantire quella «rigenerazione sociale» che, secondo il vicesindaco Giuseppe Raffa, «completa lo sforzo dell’amministrazione per promuovere il progresso della nostra città».

A porge i propri auguri ai piccoli parlamentari anche il Prefetto Francesco Antonio Musolino, che ha invitato gli studenti a visitare la prefettura.

Il questore Carmelo Casabona, dopo avere spiegato ai ragazzi come le organizzazioni criminali condizionano lo sviluppo locale, ha messo in luce il ruolo cruciale della famiglia nell’educazione delle nuove generazioni al rispetto delle regole.

Se è vero che, come ha affermato l’assessore comunale alla scuola e all’istruzione Sebastiano Vecchio, «la legalità parte della piccole cose», questo piccolo parlamento costituisce un grande punto di partenza nella lotta alla subcultura mafiosa e nella diffusione di una salda consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri da parte dei ragazzi.