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Tutti a Messina per fare benzina

luglio 29, 2011

di Noemi Azzurra Barbuto

Che il porto di Reggio Calabria fosse inadeguato e mortificasse la vocazione marittima e turistica della città ce ne eravamo accorti già tutti, e con grande sofferenza, ma che tra i vari disservizi mancasse anche una colonnina della benzina in funzione è novità di quest’anno.

Infatti, chiunque abbia esigenza di fare rifornimento al proprio mezzo nautico (barca, gommone, moto d’acqua), che sia indigeno o soltanto di passaggio, deve recarsi al distributore più vicino, ossia quello di Messina.

Sicuramente è un grande business per il fortunato benzinaio siciliano che ha visto in poco tempo incrementare i suoi affari a causa di una domanda cresciuta così tanto da arrivare alle stelle.

È molto facile, infatti, incontrare lunghe file di gommoni e di altri mezzi in sosta davanti al distributore messinese. I reggini si incontrano lì, prima di dirigersi chi a Panarea, chi a Vulcano, chi a Lipari, chi a Portorosa, chi a Taormina, chi a Scilla. Qualcuno chiede se si sappia perché il distibutore del porto di Reggio non sia attivo, qualcun’altro fa le sue ipotesi, qualcuno poi si lamenta, ma senza troppo rumore. In fondo, chi se ne frega? C’è il sole, il mare è una tavola, e non vale la pena di angustiarsi per tutto ciò che a Reggio non và. I reggini ormai si sono abituati a questo genere di cose. Accendono i motori e si dirigono a Messina, sperando che la benzina sia sufficiente almeno fino al benzinaio del molo che sta sulla riva opposta dello stretto.

Chissà cosa pensano i turisti in transito?! Si domanderanno anche loro perché il distributore non sia funzione, si chiederanno se ci sia vita oltre i cancelli di quel porto desolato ed angusto o se la città sia abbandonata. Forse penseranno che Reggio Calabria sia splendida, ma che in qualche modo li respinga, non li voglia accogliere, non abbia spazio per loro. E, uscendo dal porto, probabilmente diranno: “Ricordiamoci per la prossima volta che a Reggio Calabria non possiamo neanche fare benzina”.

Tutto questo è ciò che chiamiamo “promozione del turismo”?

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Gli studenti reggini volano “diplomaticamente” a New York

gennaio 18, 2010

di Noemi Azzurra Barbuto

Voleranno a New York il 27 marzo, soggiornandovi fino al 5 aprile, 24 studenti delle Università Mediterranea e “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, al fine di partecipare al progetto NMUN (National Model United Nations), che ogni anno porta nel famoso Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite 3.000 ragazzi provenienti dalle università di tutto il mondo.

Il progetto, curato nel nostro territorio dall’associazione catanese Ideagorà, che ha raccolto le adesioni da parte degli studenti sia reggini che messinesi, ha come obiettivo la simulazione dei processi diplomatici multilaterali all’interno dell’Assemblea Generale dell’Onu per favorire la comprensione del funzionamento interno degli organismi internazionali e delle dinamiche che regolano i rapporti tra gli Stati che compongono il sistema internazionale.

Un evento importante per la nostra città, che quest’anno prende parte al progetto per la prima volta, testimoniando la sua recente intenzione di proiettarsi sempre più verso l’esterno, svolgendo un ruolo attivo a livello comunitario ed internazionale.

Ed è partito ieri pomeriggio il corso di formazione della durata di 40 ore, rivolto ai 24 studenti selezionati, che si svolgerà ogni venerdì nell’aula Piccinato del dipartimento di urbanistica della facoltà di Architettura.

Lo scopo delle lezioni, tenute da Filippo Ciuni, responsabile dell’area formazione di Ideagorà, e dalle collaboratrici Claudia Iero e Serena Minnella, sarà quello di preparare i ragazzi ad affrontare al meglio l’esperienza straordinaria che li aspetta, fornendo loro le conoscenze adeguate ed iniziando a creare la giusta comunicazione con il team che li accompagnerà negli Stati Uniti.

«La formula originale dell’iniziativa -ha sottolineato il docente Enrico Costa, coordinatore e patrocinatore del progetto- è che i gruppi dei vari Paesi assumeranno il ruolo di delegati di Paesi diversi dal proprio». Questo permetterà agli studenti, secondo Costa, di sviluppare un reale confronto con le altre nazioni, spingendoli ad assumere un punto di vista più aperto e più internazionalista.

Così, mentre i 30 studenti messinesi rappresenteranno, all’interno delle diverse commissioni dell’Assemblea Generale, il Bangladesh e la Costa d’Avorio; quelli reggini dovranno sostenere e difendere le posizioni del Guatemala e del più piccolo Stato dell’Onu, Nauru, isola dell’oceano pacifico, preparando delle risoluzioni su diversi temi, presentate e votate in seduta plenaria.

La realizzazione del progetto segna inoltre un momento di intensa collaborazione tra le due sponde dello stretto, in particolare tra le Università di Reggio Calabria e di Messina. «Realizzo un sogno che inseguo da anni -ha dichiarato il docente Pasquale Amato, responsabile scientifico del progetto- mi entusiasma la sinergia che si è creata tra le facoltà coinvolte in una zona naturalmente predisposta ad aprirsi al mondo».

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Influenza suina: tutto quello che bisogna sapere sul virus A/H1N1

ottobre 29, 2009

di Noemi Azzurro Barbuto

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Febbre tifoide, peste bubbonica, colera, tubercolosi, pertosse, ma anche, nel secolo scorso, influenza spagnola (che tra il 1918 e il 1919 uccise 50 milioni di persone nel mondo), influenza asiatica, quella di Hong Kong, HIV, SARS, sono solo alcune delle terribili pandemie che periodicamente colpiscono l’umanità (ogni 20-40 anni).

Se oggi la globalizzazione e la velocità nello spostarsi da una parte all’altra del pianeta rendono più facile rispetto al passato la diffusione rapida di virus altamente pericolosi, è anche vero che l’attuale evoluzione scientifica permette di arginare con maggiore efficacia l’espandersi delle malattie endemiche, nonché di combattere e di tenere sotto controllo i virus stessi che le provocano.

Ma che cos’è una pandemia? Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), devono sussistere tre condizioni fondamentali affinché si possa parlare di “pandemia”: la comparsa di un nuovo agente patogeno, la capacità di tale agente di colpire gli uomini e la sua capacità di diffondersi rapidamente tramite contagio.

La maggior parte delle epidemie sono determinate dalla convivenza degli esseri umani con animali da allevamento. Non fa eccezione l’attuale pandemia del virus H1N1, la cosiddetta “influenza suina”, perché trasmessa da questo animale all’uomo, partita dal Messico ed estesasi in soli due mesi a quasi 80 paesi.

Tuttavia, la colpa non è da imputare agli animali, come è stato fatto in Egitto, dove, nel mese di aprile, il governo ha ordinato l’eliminazione di ben trecentomila maiali come misura preventiva per evitare il diffondersi dell’influenza A/H1N1.

Si tratta in questo caso di rimedi che non differiscono di molto da quelli, rudimentali e dettati dall’ignoranza, adottati nei secoli passati nel vano tentativo di difendersi da altre epidemie.

La colpa è da imputare all’uomo stesso e alla sua tendenza, sempre più spiccata, di aggirare qualsiasi norma scritta e di calpestare ogni legge morale, compreso il rispetto per gli altri esseri viventi, in nome del profitto e dell’interesse economico.

Spesso gli allevamenti intensivi per carne a basso costo sono gli ambienti perfetti per la nascita di nuovi virus,maialini_29_stefano_arcidiacono a causa della concentrazione degli animali, trattati alla stregua di prodotti inanimati, in spazi ristretti, condizione che facilita la trasmissione e la miscela di virus. Secondo numerosi scienziati, i casi di virus di origine animale mutati e trasmissibili da uomo a uomo sono dovuti proprio ai metodi di allevamento del bestiame nutrito a base di mangimi animali, nonché all’uso diffuso negli allevamenti di vaccini e di antibiotici. L’influenza suina costituisce attualmente un pericolo per l’umanità, ma forse non esiste pericolo più grave dell’ignoranza.

Per chiarire alcuni dei dubbi più diffusi riguardo a questa pandemia e per capire quali misure le autorità sanitarie sia nazionali che locali hanno adottato in vista di una possibile diffusione del virus H1N1 anche nella nostra città, abbiamo rivolto alcune domande al dott. Sandro Giuffrida, Direttore U.O.C., Asp. Igiene e Sanità pubblica, e coordinatore attività preventive pandemiche influenzali.

Dott. Giuffrida, in Europa aumentano i casi di influenza A/H1N1. Si può parlare di pandemia?
“La pandemia è stata ufficialmente riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), e questo riconoscimento è legato all’eccezionale diffusione dell’influenza A/H1N1 in tutte le parti del mondo e non ad una particolare gravità della malattia”.

Sono stati registrati due casi anche a Messina: uno studente di 17 anni ed una donna di 46, quest’ultima deceduta proprio a causa del virus. Si fa più reale la possibilità che il virus arrivi qui, a Reggio Calabria, e si diffonda?
“È probabile che l’influenza stia già circolando a Reggio Calabria come nel resto dell’Italia. Lo dimostrano i casi che si sono annoverati nei mesi scorsi. Ci sono parecchi soggetti affetti da sintomatologia simil-influenzale, per i quali però non è possibile diagnosticare se si tratti di influenza A/H1N1, o dell’influenza classica, o di una patologia determinata da altri virus”.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il vaccino sarà sufficiente solo per la metà della popolazione mondiale. In Calabria quando sarà disponibile?
“La disponibilità del vaccino in Calabria dipende dalla distribuzione dello stesso che sarà effettuata dalla Croce Rossa italiana su indicazione del Ministero della Salute. Non si prevede comunque che esso sia disponibile prima del novembre 2009”.

Potranno vaccinarsi tutti?
“La vaccinazione sarà destinata inizialmente a categorie particolari, indicate dal Ministero della Salute: in una prima fase, al personale sanitario, al personale dei servizi essenziali individuato dalle aziende, alle donne in gravidanza, ai donatori di sangue. Successivamente saranno vaccinati i soggetti giovani con fattori di rischio, e soltanto dopo, se il vaccino sarà ancora a disposizione, tutto il resto della popolazione, secondo un ulteriore ordine prioritario. Se, come pare, sarà possibile effettuare la vaccinazione con una sola dose, ci sarà una disponibilità maggiore di vaccino per la popolazione”.

Il vaccino è gratuito? Qual è la procedura per averlo?
“Il vaccino sarà offerto gratuitamente ai soggetti di cui abbiamo precedentemente parlato. Non potrà essere acquistato in farmacia, perché non sarà distribuito alle farmacie private”.

Quante dosi di vaccino sono previste in Calabria per la prima fase di vaccinazioni?
“Il numero delle dosi dipende dai dati di produzione del vaccino. Si tratta di un numero ancora da stabilire, ma in Calabria arriverà una dose proporzionale alla popolazione, non inferiore proporzionalmente a quella delle altre regioni”.

Saranno i medici di base a fare le vaccinazioni?
“Anche questo non è stato ancora stabilito, ma è possibile che venga richiesta la collaborazione dei medici di base e dei pediatri per alcune categorie di soggetti”.

Quale sarà il compito dei servizi vaccinali delle Asl?
“Ai servizi vaccinali spetta il compito più gravoso, cioè quello di provvedere all’effettuazione di gran parte delle vaccinazioni; alla distribuzione dei vaccini ad altri soggetti, come medici di base, strutture pubbliche e private, nel caso in cui dovessero praticarlo autonomamente; e, ancora, di fornire informazioni adeguate ai cittadini che sono sicuramente disorientati”.

È un vaccino sicuro? Sarà sufficiente una sola somministrazione?
“La sicurezza del vaccino è stata attestata dalle autorità sanitarie nazionali. Sulla efficacia di questo vaccino somministrato con una sola dose è in corso una valutazione”.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali?
“Da quello che risulta dagli studi effettuati, gli effetti collaterali sono simili a quelli della vaccinazione stagionale”.

Quali misure sono state predisposte dalla Asl per fronteggiare un’eventuale diffusione del contagio?
“L’azienda sanitaria, in ossequio a quelle che sono le ordinanze inviate dal Ministero della Salute, ha avviato una procedura di sorveglianza relativa ai casi di influenza A/H1N1 e interverrà, qualora dovessero verificarsi picchi epidemici in comunità quali scuole o strutture lavorative, con gli interventi che si riterranno opportuni in conseguenza alle circostanze del caso”.

Sussiste il rischio del collasso dei pronto soccorso. Quando è opportuno recarsi in ospedale?
“Proprio per evitare il collasso dei servizi sanitari, il ricorso al pronto soccorso è opportuno solo in caso di sintomatologia molto grave e previa valutazione del medico di famiglia”.

Lei ritiene che la paura del virus sia giustificata o che si stia facendo un allarmismo esagerato?
“La consapevolezza che l’attuale evoluzione di questa pandemia non ha particolari caratteri di gravità clinica comporta una valutazione tranquillizzante sull’andamento a breve termine della pandemia stessa. In passato si è assistito anche a variazioni della gravità clinica in corso di pandemia. Ma in atto non ci sono elementi che ci facciano pensare che ciò possa avvenire anche adesso”.

Ci sono delle particolari precauzioni da prendere o regole da seguire per evitare il contagio e la diffusione della malattia?
“Il sistema migliore per evitare il contagio è quello di evitare luoghi chiusi ed affollati, allontanarsi da soggetti che abbiano sintomi influenzali; inoltre, lavare spesso ed accuratamente le mani”.

È vero che si ammala gravemente e rischia il decesso soltanto chi, contraendo il virus, ha una salute già precaria?
“I soggetti che versano in condizioni di salute precaria, perché affetti da malattie croniche o debilitanti, sono chiaramente più indifesi rispetto a qualsiasi malattia virale, compreso questo tipo di influenza”.

Come si trasmette l’influenza A/H1N1?
“La trasmissione è per via aerea, attraverso particelle aerodisperse che vengono emesse durante la respirazione e più violentemente durante gli starnuti. Questo materiale può anche depositarsi sulle mani e poi, attraverso queste, essere portato alle mucose del viso”.

Come si distingue l’influenza A dall’influenza stagionale?
“Non si distingue. L’unica possibilità di distinzione è attraverso un accertamento diagnostico virologico che non è routinario e la cui esecuzione è in atto prevista solo per i casi gravi”.

In quale periodo è previsto il picco?
“L’aumento dei casi dovrebbe essere esponenziale e il picco potrebbe manifestarsi nei prossimi mesi. Il periodo preciso dipende dalla capacità dei servizi sanitari di limitare e ritardare la diffusione dell’influenza A/H1N1”.

Un ultimo consiglio che ritiene sia utile fornire ai cittadini.
“In ogni caso è consigliabile alla popolazione di aderire alla campagna vaccinale stagionale che sarà disponibile a breve”.

Dunque, allo stato attuale l’influenza A/H1N1 non deve preoccuparci particolarmente. È importante però osservere le norme igieniche basilari, quelle stesse che dovremmo applicare nella vita di tutti i giorni e non solo in circostanze eccezionali. L’unico rischio che ancora sussiste è quello del trasformismo virale. Nessuno può escludere infatti che il virus H1N1 pandemico, che, così come ha dichiarato l’OMS, non è altro che un mix mai visto prima dei virus dell’aviaria, dell’influenza suina (cioè l’influenza di cui comunemente si ammalano i maiali) e della normale influenza umana, si trasformi, diventando più resistente alle cure applicate adesso per combatterlo.