Posts Tagged ‘giuseppe priolo’

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Nasce una nuova società: tutti insieme per promuovere la montagna

gennaio 13, 2010

di Noemi Azzurra Barbuto

Si inserisce all’interno di quello stesso percorso, tracciato dal prefetto Francesco Musolino, che ha portato alla costituzione dell’associazione dei Comuni dell’Area dello Stretto, la creazione della Società Consortile per Azioni per lo Sviluppo Sociale ed Economico del Comprensorio Turistico di Gambarie d’Aspromonte, di cui ieri mattina si è tenuta la prima riunione dei soci fondatori nella sede della prefettura.

Diversi gli enti che costituiscono, a seguito dell’intesa istituzionale promossa dal prefetto il 3 gennaio del 2008, primo passo concreto verso la formalizzazione del consorzio, il tavolo tecnico di concertazione interistituzionale: la Provincia di Reggio Calabria, l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, la Comunità Montana Versante dello Stretto, il Comune di Reggio Calabria, il Comune di Santo Stefano d’Aspromonte e gli assessorati al Bilancio e al Turismo della Regione Calabria. Presenti alla prima seduta, durante la quale il viceprefetto Giuseppe Priolo è stato indicato come primo amministratore provvisorio della società, anche i sindaci del comprensorio e gli operatori turistici.

La matrice comune non è costituita soltanto dalla «figura collante» del prefetto, che, come ha affermato l’assessore regionale Demetrio Naccari, «con la sua autorevolezza ha saputo mettere insieme tanti enti sotto la sua sapiente regia», ma anche dalla volontà di questi ultimi di collaborare, rinunciando a parte del proprio potere in favore di organismi comuni.

Dunque, testimonianza di maturità politica e, secondo il sindaco Giuseppe Scopelliti, «dimostrazione che, quando c’è una concertazione ampia, si raggiungono gli obiettivi».

Questo nuovo consorzio, che, come ha spiegato il notaio Zagami, «è una società per azioni, consortile e con capitale per ora interamente pubblico, gestita con criteri di economicità», risponde alla «strategia -ha dichiarato Scopelliti- che si propone di provvedere, dopo la promozione della costa, alla crescita della parte montana della città».

Infatti, obiettivo dalla società consortile è quello di favorire lo sviluppo socio-economico del comprensorio turistico di Gambarie d’Aspromonte, garantendo inoltre l’efficace ed efficiente gestione degli impianti di risalita e delle strutture annesse di proprietà pubblica.

Ha espresso la sua emozione per il risultato raggiunto, che indica «il venir meno delle barriere che hanno impedito lo sviluppo», il sindaco di Santo Stefano Michele Zoccali.

La nuova società si propone di accorciare le distanze tra l’esterno e l’interno, tuttavia, come ha sottolineato il presidente della Provincia Giuseppe Morabito, «il consorzio non è sufficiente». Tocca adesso alle istituzioni impegnarsi al fine di rendere più veloce ed agibile la percorrenza, secondo Morabito, «condizione essenziale per lo sviluppo dell’aera e per la promozione del turismo».

«Mi dispiace lasciare questa creatura che nasce -ha dichiarato in conclusione Musolino, che tra pochi giorni terminerà il suo mandato- tuttavia, se saprete mantenere viva questa sinergia, la strada tracciata potrà portarci davvero lontano».

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Verso la creazione dell’Associazione dei Comuni dell’Area dello Stretto

dicembre 16, 2009

di Noemi Azzurra Barbuto

«Insieme siamo ancora più forti». È sulla base di tale diffusa consapevolezza che lunedì 14 dicembre nella sede della Prefettura i rappresentanti di diversi Comuni della provincia reggina ed il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, hanno sottoscritto il protocollo d’intesa per l’approvazione e la sottoscrizione dello statuto dell’Associazione dei Comuni dell’Area dello Stretto.

Il protocollo, firmato alla presenza del prefetto di Reggio Calabria, Francesco Musolino, che ha sostenuto fin dal principio l’iniziativa e al quale l’accordo stesso attribuisce il ruolo di garante degli impegni assunti, nonché del vice prefetto Giuseppe Priolo, costituisce un ulteriore passo verso la costituzione di un organismo nuovo, comprendente i comuni firmatari, all’interno del quale possano essere coltivati, come ha affermato Scopelliti, «quel dialogo, quel confronto e quella collaborazione che spesso sono mancati tra i sindaci della provincia».

Infatti, attraverso questo accordo i rappresentanti dei Comuni di Bagnara Calabra, Calanna, Campo Calabro, Cardeto, Fiumara, Laganadi, Montebello Jonico, Motta San Giovanni, Reggio Calabria, San Roberto, Sant’Alessio, Santo Stefano, Scilla e Villa San Giovanni, si impegnano a proporre, entro sessanta giorni, ai rispettivi Consigli Comunali l’approvazione dello Statuto costitutivo dell’Associazione dei Comuni dell’Area dello Stretto, già presentato e discusso il 9 aprile scorso.

«Un momento importante di sinergia, che viene dal basso e che testimonia la capacità della provincia di interfacciarsi all’interno di se stessa», con queste parole il prefetto ha parlato dell’iniziativa, sollecitata dal sindaco di San Roberto, Giuseppe Vizzari, di formalizzare un’alleanza tra i Comuni.

L’idea nasce, come ha spiegato Priolo, «dalla necessità di aggregarsi al fine di realizzare strategie unitarie per lo sviluppo integrato, per la gestione associata dei fondi comunitari e di alcuni servizi come la polizia municipale». L’Associazione dei Comuni dell’Area dello Stretto, inoltre, «sarà libera di proporre – ha puntualizzato Musolino – alla Prefettura e alla Provincia i temi che riterrà più opportuno sviluppare»

«Prove tecniche di città metropolitana», così Scopelliti ha definito il risultato conseguito lunedì, «frutto di una grande collaborazione tra i sindaci dell’area dello stretto in funzione dell’obiettivo comune della città metropolitana che non potrà riguardare solo Reggio Calabria».

Scopelliti ha sottolineato l’esigenza, per un territorio che punta sul turismo come risorsa, di valorizzare anche le zone interne e montane, proprio perché «il turismo non è solo quello estivo». In quest’ottica l’accordo con i sindaci dei comuni più distanti dalla costa può rappresentare un modo per promuovere il territorio nella sua interezza.

Convinzione condivisa anche dal sindaco di San Roberto, secondo il quale, «la città metropolitana si estende oltre i confini della città, includendo la montagna, che svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo».

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Il museo della ‘ndrangheta: la casa della speranza

dicembre 2, 2009

di Noemi Azzurra Barbuto

E’ immersa tra le colline di Croce Valanidi la villa a tre piani, fornita di bunker e di passaggi sotterranei, che, confiscata alla mafia e consegnata dal Comune all’associazione “Antigone”, è adesso sede del “Museo della ‘ndrangheta”, inaugurato ieri mattina.

In questa occasione è stata aperta al pubblico anche la mostra fotografica permanente “Silenzio e memoria”, curata da Adriana Sapone, comprendente 150 immagini a colori ed in bianco e nero, che raccontano in modo a volte cruento le due storie parallele della mafia e dell’antimafia.

Presenti alla cerimonia importanti esponenti del mondo politico e delle forze dell’ordine, tra questi il capo della squadra mobile, Renato Cortese.

A recidere il nastro simbolo dell’apertura ufficiale del museo, benedetto da don Antonino Vinci, il sindaco Giuseppe Scopelliti, che ha spiegato il significato di questo progetto ai duecento studenti degli istituti superiori di Reggio Calabria, Palmi, Taurianova, Villa San Giovanni, Siderno e Locri, accolti dal coordinatore del museo Claudio La Camera e da tutto lo staff.

Non vogliamo storicizzare la mafia, metterla in un museo e dire che appartenga al passato, perché non è così – ha affermato Scopelliti – l’obiettivo è trasmettere ai ragazzi la cultura della speranza“.

Sul carattere non celebrativo del museo e sul suo valore culturale si sono soffermati anche il consigliere comunale Giuseppe Sergi, che ha ribadito che la lotta alla mafia debba andare al di là del colore politico; l’assessore provinciale alle Politiche Sociali Attilio Tucci, che ha fortemente sostenuto questo progetto ed ha spiegato come questo si estenderà fino ad assumere una dimensione internazionale; e l’assessore regionale Demetrio Naccari, secondo il quale, questo museo può fornire ai giovani “la visione della verità da uno spiraglio diverso“.

La ‘ndrangheta non ha piacere che si parli delle sue attività – ha commentato il vice prefetto Giuseppe Priolo – noi siamo qui per parlarne e per fare vedere ciò che di orrendo è capace di fare“.

Una lezione utile per i ragazzi, che potranno comprende, passeggiando tra le lussuose stanze della villa, che la mafia esiste ancora e che il mafioso vive sempre nella paura ed è privo di libertà non solo nello spazio ristretto di una cella o di un nascondiglio, ma anche nella sfarzo e nella ricchezza della sua casa.

Questo è anche il museo del presente, dove noi possiamo aiutare i ragazzi a costruire occhi che vedono ed orecchie che sentono“, ha dichiarato Fulvio Librandi, ideatore e responsabile scientifico del progetto.

Anche io da ragazzo – ha proseguito Librandi – avrei desiderato un luogo come questo, senza intuire la mafia dai silenzi e dagli sguardi bassi degli adulti“.

Quindi, il museo della ‘ndrangheta è un museo soprattutto dei giovani, uno spazio di azione e di ricreazione, in cui potrà essere coltivata quella cultura della legalità indispensabile per un efficace cambiamento di rotta.