Posts Tagged ‘giovanni nucera’

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Allarme dell’UIC: rischio chiusura

novembre 30, 2009

di Noemi Azzurra Barbuto

Dagli effetti devastanti della crisi economica globale siamo stati colpiti tutti, ma soprattutto le categorie sociali che necessitano maggiormente degli aiuti pubblici, tra queste i non vedenti, penalizzati dai numerosi tagli governativi, in particolare al servizio civile.

E’ questo ciò che emerso nel corso della seconda ed ultima assemblea annuale dell’Unione Italiana Ciechi (U.I.C), tenutasi sabato 28 novembre, alle ore 10, al Piccolo Auditorium al fine di stabilire gli obiettivi del prossimo anno, che si annuncia non facile.

Infatti, a causa della mancanza di risorse economiche, come ha affermato con rammarico Armando Paviglianiti, presidente provinciale dell’U.I.C., «l’Unione stessa rischia l’estinzione». Tale situazione di emergenza impone una scelta programmatica: «dare spazio alla priorità».

Dunque, «poche cose ma buone». E’ con questo slogan che il presidente provinciale ha anticipato il programma del 2010, in cui sono inserite anche la realizzazione di una struttura polivalente, dotata di un centro per l’ipovisione, e la creazione di un organismo intercomunale (comprendente le città di Reggio Calabria e di Messina) nell’ambito dell’area integrata dello stretto.

«Fondamentale il sostegno materiale dei soci», ha commentato Fortunato Pirrotta, presidente regionale dell’U.I.C., esortando i presenti a contribuire economicamente alla realizzazione dei progetti in cantiere, nonché al sostentamento quotidiano dell’associazione, per scongiurarne la scomparsa.

Di arrendersi non se ne parla neanche. «Se nei prossimi giorni non avremo le risposte che aspettiamo da tempo, allora organizzeremo una manifestazione di lotta a Roma», anticipano entrambi i presidenti. «Noi lottiamo – aggiunge Paviglianiti – affinché ciò che abbiamo conquistato non ci sia tolto».

Numerose le personalità politiche che hanno preso parte all’assemblea, confermando il loro impegno a tutela dei non vedenti. L’assessore regionale Demetrio Naccari ha annunciato la presentazione, avvenuta il giorno precedente, al Comitato Regionale della Mobilità di un documento, il Nuovo Piano della Mobilità, in cui si fa specifico riferimento ai non vedenti. «L’uso del mezzo pubblico – ha dichiarato Naccari – consente di realizzare un meccanismo di equità, di utilizzo da parte di tutti, che risulta fondamentale nello sviluppo democratico della città».

«Insieme al sottosegretario di Stato Giovanardi, stiamo esaminando da vicino il problema dei tagli al servizio civile – ha garantito il consigliere regionale Giovanni Nucerache questa categoria ha patito più delle altre».

Gli assessori comunali Tilde Minasi e Candeloro Imbalzano, hanno ribadito la loro attenzione costante verso i disagi dei non vedenti. Allo sfogo di Paviglianiti, che ha lamentato il fatto di non avere ancora incontrato il sindaco Giuseppe Scopelliti dopo nove mesi di assidue richieste, Minasi, precisando che non è facile incontrare tutte le associazione, ha risposto che provvederà a farsi portavoce di questo bisogno.

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Don Luigi Sturzo: a cinquant’anni dalla morte ancora vivo il suo messaggio di fede

novembre 10, 2009

di Noemi Azzurra Barbuto

luigi_sturzoDal 2 al 4 ottobre si è svolto, tra Catania e Caltagirone, un importante convegno internazionale, organizzato in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di don Luigi Sturzo, il sacerdote siciliano fondatore nel 1919 del partito popolare.

Il convegno, promosso dal Rinnovamento dello Spirito, ha visto la partecipazione di politici, economisti, nobel per la pace, studiosi, personalità del mondo ecclesiastico, tutti riuniti per ricordare il sacerdote siciliano e per riflettere sul suo messaggio etico ed il suo agire sociale.

Inoltre, il 4 ottobre, a Caltagirone, città natale di don Luigi, sono stati inaugurati la “Casa Museo Sturzo” e il polo di eccellenza dedicato al sacerdote, centro che ospita ex-detenuti impegnati in un programma di rieducazione e reinserimento in campo lavorativo, in convenzione con il Ministero della Giustizia.

Personaggio complesso e versatile, Sturzo è stato prete, teorico, amministratore, segretario di partito, senatore a vita e autore di numerose opere di carattere politico, morale, storico e teologico, ma la sua grandezza risiede soprattutto nell’avere tracciato per primo un cammino di fede nella polis, intesa come centro di vita politica e sociale, introducendo la spiritualità nella mondanità, la moralità cristiana nella politica.

E’ di questa figura-chiave della storia italiana e della Chiesa che l’on.le Giovanni Nucera ha parlato ai giovani popolari liberali nel Pdl, in occasione di questo importante anniversario.

“Don Luigi Sturzo rappresenta la coerenza tra i comportamenti privati e quelli pubblici, qualcosa che oggi, purtroppo, sembra mancare nel mondo della politica”, sono state queste le parole del consigliere regionale, che ritiene inoltre che l’uomo politico, nel suo agire al servizio della comunità, non possa prescindere dagli insegnamenti della moralità cristiana e dai suoi valori di umanità e fratellanza.

“Una figura antica ma più che mai attuale per il messaggio di fede e la lezione morale che trasmette”, ha continuato l’on.le Nucera sempre a proposito del sacerdote siciliano.

Secondo Sturzo, una società senza Dio è odio e morte, per questo non bisogna distinguere la politica dalla morale cristiana. La politica è un bene, è doverosa partecipazione del cittadino alla vita del paese; il fare politica, invece, è un atto di amore per la collettività.

E’ questo il principio affermato da Sturzo: “Si può essere di diverso partito, di diverso sentire, anche sostenere le proprie tesi sul terreno politico o economico, e pure amarsi reciprocamente. Perché l’amore è giustizia ed equità, è anche uguaglianza, è anche libertà, è rispetto degli altrui diritti, è esercizio del proprio dovere, è tolleranza, è sacrificio. Tutto ciò è la sintesi della vita sociale, è la forza morale della propria abnegazione, è l’affermazione dell’interesse generale sugli interessi particolari. Lo spirito cristiano entri nella politica. Si inizi dunque la crociata dell’amore nella politica. La vita pubblica ha per base la giustizia, senza di essa non si regge nessuno Stato e nessuna organizzazione politico-morale”.

L’on.le Nucera ha infine ricordato ai giovani un pensiero di don Luigi Sturzo, tratto da una delle sue opere più celebri, “La Vita vera”, dove il sacerdote sostiene che sia necessario rinascere nello spirito e riporta a questo proposito la frase che Gesù disse a Nicodemo: “In verità, in verità vi dico che se uno non nasce di nuovo, non può vedere il regno di Dio”.

E’ questa rinascita, intesa come rinnovamento morale, che auspica l’on.le Nucera per la nostra Calabria e, in generale, per l’intera classe politica nazionale.

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Carlo Giovanardi ai giovani: “Siate egoisti!”

ottobre 30, 2009

di Noemi Azzurra Barbuto

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La famiglia può essere considerata un indicatore che rivela il livello di benessere di un’intera società, dal momento che quando si ammala, in quanto cellula prima della società, a soffrirne è l’organismo intero.

Creare delle politiche di sostegno all’istiuzione familiare diventa di fondamentale importanza nella cura e nella prevenzione di diversi mali che ci affliggono.

Secondo il sen. Carlo Giovanardi, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega alla famiglia, alla droga e al servizio civile, una famiglia forte costituisce il presupposto fondamentale anche per l’integrazione degli immigrati.

In occasione della visita al CISM di Reggio Calabria, una società cooperativa che opera sul territorio calabrese dai primi anni ’80 e che si occupa dell’accoglienza agli immigrati, presso la quale si è recato insieme al consigliere regionale Giovanni Nucera, Giovanardi ha dichiarato di non essere favorevole all’introduzione della religione islamica nella scuola italiana, dal momento che, invece di agevolare l’inclusione dei ragazzi musulmani, li separerebbe ancora di più dagli altri. Gli stranieri che decidono di venire a vivere in Italia devono rispettare e conoscere la nostra cultura, che affonda le sue radici nella cristianità. È questa conoscenza che favorisce l’integrazione”.

Viviamo dunque in una società complessa, in cui anche la famiglia si evolve verso forme nuove, diverse da quel modello tradizionale che era predominante fino a qualche decennio fa. La disgregazione del nucleo familiare crea incertezza nei giovani, ai quali vengono a mancare punti di riferimento indispensabili nella crescita. A questo proposito, il sottosegretario di Stato ha osservato che “è statisticamente più facile provvedere all’educazione di un figlio in una condizione di equilibrio che in una situazione di disgregazione del nucleo familiare o in cui è presente conflittualità latente tra i coniugi”.

Ma la debolezza della famiglia non è l’unico problema dei giovani di oggi. Essi, infatti, stanno facendo i conti anche con una crisi economica, che, per le proporzioni che ha assunto e le sue conseguenze, è stata paragonata a quella del ’29. Questo non fa altro che accentuare l’incertezza dei ragazzi verso il fututo. Tuttavia, Giovanardi esorta i giovani a riflettere su quanto di positivo hanno rispetto a quelli di una volta, i quali forse avevano più certezze, ma minore benessere, un’aspettativa di vita ridotta, poche posssibilità di viaggiare e di informarsi. Afferma il senatore: “Oggi i giovani vivono nel periodo più fortunato della storia, la qualità della vita è nettamente superiore rispetto a quella di altre epoche storiche. Ma questo benessere va mantenuto, guardando al futuro in modo positivo, creando nuovi nuclei familiari, mettendo al mondo dei figli, perché, in caso contrario, tra denatalità, invecchiamento della popolazione e fenomeno migratorio, c’è il rischio reale per l’Italia che tra qualche generazione si trasformi in un Paese in cui gli italiani sono una minoranza”.

Forse sono proprio i giovani del Mezzogiorno d’Italia a risentire maggiormente dei danni prodotti dalla crisi, perché qui essa si è innestata in un sistema economico che è in crisi da sempre. Come uscire dal circolo vizioso della mafia e del sottosviluppo? Giovanardi è convinto che se ne venga fuori lavorando dall’alto e dal basso. Dall’alto, con lo Stato, che deve mettere in campo la magistratura, le forze dell’ordine, per reprimere la criminalità; dal basso, con l’impegno congiunto della Scuola, della Chiesa, delle famiglie, delle agenzie educative, che devono concorrere tutte per ottenere risultati positivi”.

Il senatore ha dato questo consiglio ai ragazzi: “Siate egoisti. E l’egoismo è pensare a studiare, ad acquisire professionalità, a sposarsi, ad avere dei figli, preparandosi così un futuro che non sia di solitudine, ma nel quale la formazione di una famiglia, con dei figli, dei nipoti, consentirà di avere anche una vecchiaia che non sia di abbandono e di disperazione”. Ed essere egoisti significa anche non bere, non drogarsi, non fumare, non farsi del male.

In una società che si fa sempre più vecchia e che per questo tende ad escluderli; sempre più competitiva, nella quale diventa sempre più difficile trovare un proprio ruolo; nella quale i ragazzi si sentono paradossalmente soli, sebbene la comunicazione non sia mai stata così facile e veloce, è forse questa la ricetta della felicità per i giovani: mettere al centro di tutto i loro sogni, il loro futuro; in una parola, loro stessi.