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Particolari ed esclusivi festini in una villa nella zona sud della città…

febbraio 23, 2010

di Noemi Azzurra Barbuto

Non si tratta del celebre capolavoro di Stanley Kubrick, “Eyes wide shut”, dove il medico Bill Harford, interpretato da Tom Cruise, si imbatte in una misteriosa setta che organizza orge assolutamente esclusive in una villa accessibile solo attraverso una parola d’ordine.

È questo ciò che succede anche qui, a Reggio Calabria, in questo paesone abbastanza piccolo per conoscersi un po’ tutti ed abbastanza grande da fare vincere, davanti all’irresistibile richiamo del proibito, la paura di essere riconosciuti.

È giovedì sera, le strade del centro sono semi-deserte, nell’aria si respira calma, quasi noia, eppure, nella zona sud della città, in una villa privata, sta per iniziare una festa molto particolare.

Speciali gli ospiti, con un’età media che oscilla da i 20 ai 45 anni, tutti appartenenti alla borghesia medio-alta, quella gente che indossa vestiti grigi durante la settimana, passeggia con pigro zelo sul corso il sabato mattina, fermandosi ad ogni passo per salutare altra gente che indossa vestiti grigi dal lunedì al venerdì, e frequenta la chiesa ogni domenica. Insomma, tutta gente perbene. E terribilmente annoiata.

Politici, avvocati, professori universitari e studenti dell’università si danno tutti appuntamento dopo le 23, al fine di passare una notte trasgressiva in cui tutto è valido, purché avvenga, come ha specificato Giovanni (nome inventato), un uomo che solitamente partecipa a questo tipo di serate, «nel rispetto reciproco».

«Un giro grosso, che coinvolge 400-500 persone solo a Reggio», spiega Giovanni.

Gli incontri, che avvengono almeno una volta alla settimana e che coinvolgono di volta in volta un numero massimo di 20 persone, non sono altro che scambi di coppie e sesso di gruppo. Non c’è ricompensa in denaro per le prestazioni.

«Non è prostituzione», afferma Giovanni che si sforza di farci comprendere come per gli uomini che prendono parte a questo tipo di serate non sia soltanto normale cedere la propria compagna, moglie o fidanzata, ad altri uomini, ma come questo procuri persino una sorta di appagamento.

Mancanza d’amore oppure estrema complicità? Difficile comprenderlo senza il dubbio di sbagliarsi. Eppure persino Giovanni che queste cose le vede con i suoi occhi e le vive in prima persona afferma con decisione che lui non consegnerebbe mai la sua compagna ad altri uomini, spiegando loro nel dettaglio i modi per soddisfarla, episodio al quale ha assistito e che aveva come protagonisti un politico reggino e sua moglie.

Sarà che questi politici hanno così vivo la spirito sociale ed umanitario da arrivare a condividere, per deformazione professionale, persino il coniuge? O sarà che politica e sesso si accompagnano sempre di più e vanno sempre più d’accordo? E chissà poi perché?

Il piacere, più che dalla stimolazione fisica di zone nervose, scaturisce dalla mente. Ed in questo senso non c’è nulla che dia più piacere della consapevolezza che si stia per fare qualcosa che assolutamente, per il proprio ruolo, sarebbe pericoloso fare. Il rischio di essere riconosciuti, quello che si sappia in giro, la libertà che si prova nel correre tali rischi, aumentano in modo esponenziale un piacere tanto più blando quanto più non si rivesta un ruolo in qualche modo pubblico.

Forse è questa la ragione, al di là della noia che caratterizza la vita di molti di coloro che conducono una vita agiata, che porta molti politici, o uomini in vista, a cercare un tipo di sesso anticonvenzionale, persino nella nostra città…sempre più metropolitana, globalizzata ed insoddisfatta.