Posts Tagged ‘donna’

h1

Andiamo verso una società di single?

marzo 20, 2013

essere-singledi Noemi Azzurra Barbuto
La discriminazione oggi non riguarda più il sesso, il colore della pelle, ma lo stato civile. Finiti i tempi in cui chi aveva superato i trent’anni e non era sposato doveva subire continue mortificazioni e cercare di non rispondere alle inquisitorie domande dei parenti in occasione di feste e compleanni in famiglia, oggi viviamo gli albori di una controtendenza: a subire gli svantaggi del proprio stato civile sono sempre di più quelli sposati.
Ristoranti per single, vacanze per single, libri per single, monolocali per single, macchine per single, lavatrici per single, aperitivi per single, negozi per single sorgono ormai ovunque, anche in Italia. Con una precedente esperienza di matrimonio alle spalle o mai accasati, impenitenti sempre, oggi i single sono sempre più numerosi, ma soprattutto sono contenti. Si distinguono sia dai classici Don Giovanni di una volta, orgoglio di mamma e papà, Peter Pan mai cresciuti, che da quelle zitelle pelose, diventate sempre più acide con il tempo, che, sebbene rare, si vedevano in giro. Loro sono single per scelta personale, non per scelta di qualcun altro. E single vogliono restare.
Sono soprattutto donne che, sperimentata la quiete e la libertà del vivere da sole, non ci pensano neanche a rinunciarci per convolare a nozze con il primo arrivato. Sempre più esigenti, loro oggi vogliono un uomo straordinario sull’altro piatto della bilancia, altrimenti lasciano perdere perché non ne varrebbe proprio la pena. Loro hanno capito che non serve un uomo accanto per essere felici.
Se fino ad ieri i sogni di ogni ragazza erano il giorno del matrimonio, la proposta di matrimonio, il vestito da sposa, i figli, il marito dei sogni, l’anello, oggi sono il giorno della laurea, il lavoro, la carriera, il successo (perché no?!), la propria indipendenza economica, vivere da sola, e così via.
Ma non è vero che queste donne abbiano perso l’istinto materno. Hanno solo messo al centro se stesse e hanno capito che un bambino è più felice se la sua mamma è a sua volta felice e realizzata innanzitutto come donna.
Ma di chi sono figlie queste donne di oggi? Sono figlie di quelle donne di ieri che hanno sognato matrimonio, casa, figli, marito, ma anche carriera, indipendenza, lavoro, ma che poi hanno messo nel cassetto questi ultimi sogni, tra i pannolini e la lista della spesa. Ma ogni tanto i sogni messi da parte affioravano in loro e le rendevano tristi, a volte infelici, e oggi piene di rimpianti. Le loro figlie vogliono riscattarle…perché hanno ricevuto così tanto dalle loro madri: la loro stessa esistenza.
Queste figlie hanno imparato una lezione che non hanno avuto direttamente. E oggi sanno cosa vogliono, ma sanno soprattutto di meritarlo. Non è vero che non si sposano perché non credono nel matrimonio. Ci credono così tanto che non vogliono ridurlo alla scelta di un vestito, ad una cerimonia, ad una decisione presa a qualunque costo con il rischio di sbagliare. Si prendono il loro tempo.
Forse è proprio così: andiamo verso una società di single. Ma questo non deve farci temere come conseguenze la perdita del valore della famiglia, la solitudine, l’affermazione dell’individualismo, il calo della natalità, e così via. Essere single a lungo oggi significa solo scegliere più consapevolmente chi avere accanto…per il resto della vita. E non è questo il presupposto fondamentale di un matrimonio felice?

h1

Le frasi antierotiche da non dire ad un uomo

marzo 19, 2013

4a8c0a9b068b6_bigdi Noemi Azzurra Barbuto
Il verbo è potere e da sempre nella storia chi ha saputo usarlo bene ha conquistato popoli e regni. Anche in amore le parole hanno il loro peso e possono avvicinarci al cuore di chi amiamo, ma ci sono parole che non andrebbero pronunciate mai. Alcune frasi, infatti, hanno il potere di fare scappare un uomo a gambe levate, ecco perché, all’occorrenza possono essere utilizzate anche per liberarsi di un corteggiatore, o di un partner, diventato troppo fastidioso ed ingombrante.
La prima tra queste è sicuramente la classica “Non posso vivere senza di te”. La donna che la pronuncia sta dichiarando così all’uomo che ha davanti che lui è indispensabile per lei, per la sua stessa esistenza e che, se tra loro finisse, lei morirebbe e non sarebbe in grado si andare avanti senza di lui. Non è vero che l’uomo che si sentirà dire queste parole ne sarà lusingato e contento. Al contrario, si sentirà soffocare, crederà di avere in pungo la partner e che qualsiasi cosa lui facesse o in qualsiasi modo la trattasse, lei non lo lascerebbe mai. E poi, parliamoci chiaro, quale uomo è così fondamentale per la nostra esistenza? Anche l’uomo che amiamo, nostro marito e padre dei nostri figli, deve essere una presenza che arricchisce e migliora la nostra vita, che non sarebbe finita se mancasse lui.
L’altra frase è una domanda: “Quando ci sposiamo?”. Una donna non dovrebbe mai fare certe domande. Potremmo dire che una donna ha molte possibilità di convolare a nozze finché non pronuncia queste parole. Da questo momento in poi l’uomo farà di tutto per rimandare il matrimonio e vedrà l’altare come un patibolo. E poi…Sei davvero sicura di volere già rinunciare alla tua spensieratezza per diventare moglie? Lo vuoi davvero o pensi solo che la società e la tua famiglia si aspettano questo da te arrivata a questo punto? Perché tanta fretta di cucinare più volte al giorno, di lavare i piatti, di fare anche il suo bucato, di stirare, di mettere in ordine il suo disordine, ecc…? Sì, dici che lui ti aiuterà, ma ricordati che il peso della casa grava più sulla donna, anche quando l’uomo è collaborativo…E non c’è parità che tenga! Godetevi il vostro tempo da fidanzatini il più possibile e tu fai che sia lui a farti certe proposte con il cuore in gola per la paura che tu non possa accettare.
“Dobbiamo parlare”. Prova a dirlo…Lui è già andato.
“Andiamo a fare shopping” è una di quelle proposte che l’uomo non vorrebbe mai ricevere. Per lui fare shopping significa stare a braccia conserte e con aria imbarazzata davanti ad un camerino mentre lei prova innumerevoli capi d’abbigliamento ed il negozio è invaso da uno stuolo di donne elettrizzate. Si sente fuori posto, si annoia, non sa dove guardare.
“Ho bisogno di te”. Questa è una frase a volte utile, non sempre negativa, dipende dalle circostanze. Se hai bisogno di lui per cambiare una ruota, montare un mobile, cambiare le lampadine di tutta la casa, portare le valigie, imbiancare casa, mettere benzina al distributore automatico senza sporcarti le mani ed il vestito bianco, allora puoi dirlo pure, e fare finta di crederci davvero.
“Non mi lasciare”, o “non mi tradire”, o “non mi deludere”. Sono frasi altamente antierotiche che odorano di disperazione e insicurezza. Il tuo pensiero di fondo dovrebbe essere: “Se mi lasci, sono cavoli tuoi. Sarà un altro il fortunato”. E non hai bisogno di dirglielo, lo leggerà dal tuo atteggiamento.
Parole, parole, parole…Quanto parliamo noi donne e non abbiamo ancora capito che il vero potere forse è nel silenzio. Dobbiamo usare questo e dosarlo a dovere per ottenere tutto ciò che vogliamo da un uomo. Non è con le parole che lo convinceremo, ma lui si convincerà da solo semplicemente con il nostro silenzio.

h1

L’uomo è in crisi: è colpa nostra?

febbraio 28, 2013

barbie-e-ken-fanno-colazione

di Noemi Azzurra Barbuto

Sembrano ormai molto lontani i tempi in cui gli uomini porgevano il braccio, aprivano lo sportello, cedevano il passo, pagavano il conto, i tempi in cui li vedevi in spiaggia con il loro bel petto villano, con il pelo scuro che fa tanto maschio, e un po’ di pancetta, morbida morbida, sulla quale accoccolarsi. Hanno iniziato depilandosi le gambe con la lametta con la scusa del calcio, poi sono passati alla ceretta, più dolorosa ma più efficace, poi hanno iniziato a depilarsi anche petto, ascelle, spalle, schiena, zone intime. Tutto quanto, insomma.

Questo ci obbliga ormai a non poter più rimandare la ceretta di una settimana ancora, per non correre il rischio di ritrovarci a letto con un lui meno peloso di noi. Che imbarazzo sarebbe!

Oggi gli uomini frequentano il salone dell’estetista più assiduamente di noi, tanto da intasarli tutti. Non vi capita mia di vederli in fila, in attesa di farsi estirpare le sopracciglia e altro, mentre aspettate il vostro turno? E la cosa più brutta è che ti confronti con loro: “Cavoli! A lui le ha fatte meglio!”. Intanto il soggetto in questione pensa che tu ne stia ammirando la bellezza e ti sorride, ma tu non usciresti mai con uno con il quale condividi la stessa estetista.

Conoscete un uomo che non vada in palestra tutti i giorni e che non sia  dieta? Io no. E neanche le mie amiche. Conversazioni interminabili al ristorante e al telefono nelle quali lui ti elenca tutto quello che ha fatto oggi in palestra. E tu lo ascolti muta, a volte con un mezzo sorriso stampato sulla bocca e intanto capisci perché lo fanno: perché noi per secoli li abbiamo tormentati parlando di vestiti e di scarpe, e a loro non gliene fregava niente, è per vendetta. E continui a sorridere.

Sono passati anche i tempi in cui lui ti guardava sorridente e intenerito mentre addentavi affamata un megapaninazzo e con la bocca piena ricordavi al cameriere che avevi ordinato anche le patatine e che ancora non ti aveva portato la salsa tonnata. Ora lui, se ti sorprende a mangiare un altro quadratino di cioccolata, ti ricorda che ne hai appena mangiati due e che l’estate si avvicina, qualcuno può arrivare persino a tirartelo dalla bocca o a fartelo sputare. “Dico, ma sei impazzita?”. E tu vorresti piangere, ma fai solo un musetto triste davanti a lui insensibile, intanto pensi che a casa hai un cioccolata intera. “Tiè”. E gli fai un sorriso.

Al ristorante ti dicono decisi: “Anche io stasera solo proteine e verdure”. E tu pensi: “Anche io? Ma se io prenderei una vagonata di carboidrati e di zuccheri con contorno di grassi?”. Ma mangi anche tu petto di pollo senza olio e insalata mista, tanto valeva fermarsi alla mensa dell’ospedale.

Sì, sono diventati più nevrotici ed ossessivi di noi anche in questo. Sarà insicurezza o è nata un’altra specie di uomo, etero sì, (anche se qualche volta il dubbio si pone), ma con comportamenti da omosessuale? E così resti indecisa: “Lo prendo come fidanzato o come amico del cuore?”.

Un altro virus dilaga tra gli uomini di oggi: la tirchieria. Più diffusa nelle aree del centro e del nord, la tirchieria oggi non risparmia neanche gli uomini del sud, che risparmiano, risparmiano, risparmiano. La causa non è sempre nobile: la crisi. Più che altro è un’incapacità di dare sotto ogni punto di vista, una sorta di rabbia quasi verso di noi, per loro è il prezzo che dobbiamo pagare per la nostra emancipazione, come se ci dicessero (e qualcuno lo dice chiaramente): “Vuoi essere come me? Allora pagati la cena”.

Con tipi del genere ci stai per poco, di solito ci esci una volta, al massimo due, giusto per concedergli un’altra chance, o, se proprio sei disperata, finché non prosciughi il conto in banca. Sì, perché, attenzione, il tirchio mica è povero. Niente affatto! Ama i ristoranti migliori, ti porta a fare shopping, ama la moda, insiste perché tu prenda  quel vestitino che ti dona tanto, ti fa viaggiare, a patto che tu paghi la tua parte.

Loro la chiamano “parità”, ma non hanno capito che per conquistarci non è necessario essere miliardari o spendere per noi tanti soldi, al di sopra delle loro reali possibilità. Noi vogliamo solo sentire che hanno voglia di prendersi cura di noi e di renderci felici. Ci piacciono i gesti galanti, non gli uomini ricchi perché ricchi. Ci piace la generosità perché ci fa pensare che equivalga al desiderio-bisogno di dare e di ricevere amore e tenerezza. Ci piace che lui ci sorprenda, ci piacciono le piccole attenzioni più di una tartaruga scolpita e senza peli. Ci piace anche sentirci amate per ciò che siamo e sapere che il nostro lui ci amerebbe anche se avessimo qualche chilo in più.  Questo ci rende più sicure e quindi più disinvolte anche a letto. Basta farci sentire bellissime.

Se un uomo è così intelligente da capire tutto questo, si prenderà il nostro meglio…In tutto.

Ma è colpa nostra se l’uomo è in crisi? Un po’ sì, ammettiamolo. Lo abbiamo confuso in mille modi diversi e ora ci appare smarrito, tanto da essere attratto persino dai trans, prendi Marrazzo. La sua sembra una crisi di identità, vorrebbe essere come noi, ma vuole continuare ad essere uomo.

Forse se anche noi donne facessimo di più le donne, gli uomini tornerebbero ad essere più uomini…, anche se con qualche pelo in meno.

 

h1

Essere donne oggi

novembre 18, 2010

 

di Noemi Azzurra Barbuto

Alcuni giorni scorrono veloci, altri si trascinano lenti. Guardi l’orologio e sono ancora le 12. La noia è il male sociale di questa società che, stranamente, è troppo frenetica. Caoticità e apatia. Due concetti inconciliabili. O forse no, nella società degli eccessi e delle contraddizioni.

È bene trovarsi qualcosa da fare, qualsiasi cosa sia. Se il lavoro non c’è, te lo devi inventare; se poi non hai i mezzi per realizzarlo, cerchi di procurarteli. Per fortuna c’è a chi basta un foglio e una penna, o un display su cui digitare qualcosa, in attesa di scrivere per una rivista, un quotidiano, di successo.

Voglio parlare sinceramente, aprendo il mio cuore, a tutte le donne che, un po’ per caso, un po’ per errore, si imbatteranno in questo mio blog. Voglio dedicare a voi tutte, quindi anche a me stessa, questa rubrica, e voglio farlo, nel mio piccolo, cercando di sgretolare quel muro di silenzio dietro il quale spesso ci ripariamo, o, a volte, anche solo cercando di strapparvi un sorriso.

Sì, penso davvero che la vita debba essere presa con ironia. Io l’ho fatto anche nelle situazioni più tragiche, per smorzare la tensione, per alleggerire tutto. In fondo, ogni cosa cambia, quando tu stessa cambi prospettiva.

Non è facile essere donne oggi. Ma forse lo era ancora di meno ieri, quando non ci era data possibilità di scegliere. Quindi, se è vero che, da un lato, la società pretende da noi di essere attive, sexy, accattivanti, giovani, toniche, in forma, brave mogli, instancabili amanti, madri eccezionali, e, nello stesso tempo, lavoratrici di successo; dall’altro, non siamo più costrette ad essere sottoposte, assoggettate, vincolate agli uomini della nostra vita.

Oggi noi possiamo scegliere. Persino scegliere di dire “no”, di non adeguarci a certi canoni. Eppure, ancora siamo esitanti, un po’ imbarazzate, incerte, davanti a certe scelte: chiudere una storia che ci fa soffrire, prendere in mano la nostra vita e viverla esattamente come vorremmo, fregandocene dei giudizi, di ciò che pensano gli altri, di ciò che ci chiede la società.

Ci manca il coraggio, a volte, di spiegare le ali e volare, perché ci hanno inculcato nella coscienza che è difficile farlo da sole.

Ma io vi dico, care amiche, che non si può volare che da sole. E, solo in alto, volare accanto a qualcun’altro.