di Azzurra Noemi Barbuto
La vita non è tutta una questione di fortuna. Molto dipende dalle nostre azioni, che derivano dalle nostre scelte, che a loro volta sono il riflesso dei nostri pensieri. Ciò significa che, quando pensiamo in modo positivo, arriviamo a scelte coraggiose e felici.
Così avviene in amore.
Ma cosa vuol dire esattamente “pensare positivo”? Significa “provare fiducia”, “dare fiducia”. Se noi ci fidiamo di noi stessi e della vita, tutto andrà secondo le nostre aspettative, perché la mancanza di paura, di dubbi, di sentimenti negativi quali sconforto, ansia, scetticismo, attiverà una catena di eventi e di circostanze che ci porteranno a ciò che desideriamo.
Molte donne non fanno altro che lamentarsi della loro vita affettiva. Ripetono dalla mattina alla sera frasi del tipo: “gli uomini sono tutti uguali”, “i non mi fido degli uomini”, “prendo sempre delusioni”, “anche lui mi sta prendendo in giro”, “vuole solo portarmi a letto”, “non mi cercherà più”. Se io fossi uomo, scapperei da donne così, quindi li comprendo benissimo. Nessuno vuole stare con chi trasmette insicurezza, negatività, pesantezza e sfiducia.
Oggi le donne credono che il successo in amore dipenda da quanto riusciranno ad essere belle e sexy. Allora iniziano a gonfiarsi da tutti i lati, ad indossare abiti orribili, ad adottare pose innaturali, a parlare in modo artefatto, a fare diete assurde, adeguandosi così solo allo stereotipo di bellezza più comune oggi, quello della donna-oca, utile per vendere le gomme della macchina o attirare idioti disperati nei locali notturni.
Ciò che colpisce un uomo, un vero uomo, sono ben altre qualità, che purtroppo non si possono acquistare facendo shopping dal chirurgo plastico o su via Montenapoleone.
Ma soprattutto ciò che danneggia di più le donne oggi è proprio la loro sfiducia nel genere maschile. Con un uomo non bisognerebbe mai partire in modo prevenuto. Molto meglio concedergli fiducia e poi ritirarla solo nel caso in cui non si riveli meritevole, senza rancori, senza cambiare la propria opinione sul genere maschile, senza piagnucolare e senza perdere tempo.
Gli uomini hanno bisogno che ci fidiamo di loro, che crediamo in loro. E l’amore per sbocciare ha bisogno di essere sognato. In due.
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Meglio un uomo a tempo determinato o a tempo indeterminato?
luglio 27, 2014di Azzurra Noemi Barbuto
Essere single oggi non è come essere single fino a qualche anno fa, quando il non essere fidanzata o sposata significava soltanto una cosa: che nessuno ti voleva. Oggi le donne restano single per scelta e se sei sola vuol dire che sei così carina da poter scegliere e prenderti il tuo tempo. Oggi le donne libere non sono più commiserate ma invidiate. Si divertono, viaggiano, si curano, escono con le amiche quando vogliono, frequentano chi vogliono, si vestono come vogliono, non hanno il pensiero di cucinare, fare il bucato, tenere tutto in ordine per un uomo che finisce sempre con il darle per scontate.
Ma la vita della single non è tutta rose e fiori. Ogni condizione ha il rovescio della medaglia, in questo caso, fatto di momenti in cui vorresti sentire la presenza di un uomo vero accanto, qualcuno che ti ami davvero, che ti protegga e si prenda cura di te. Chi è single o ha amiche single conosce bene questi giorni qui, quelli in cui tutto perde significato e non diverte più, quelli in cui, dopo l’ennesima uscita con un uomo che si rivela noioso o idiota, non desidereresti altro che tornare a casa e trovare ad aspettarti l’uomo dei tuoi sogni.
Come fare fronte allora alle “paturnie”, come chiamava Holly nel film “Colazione da Tiffany”, questi momenti di malinconia? Lei, ad esempio, passava dalla gioielleria più famosa di New York e si distraeva con la brillantezza e il luccichio di gioielli favolosi. Ma alla maggior parte delle donne single, per superare le paturnie, non basta fare un giro per i negozi.
La cosa più utile da sapere è che anche le donne stabilmente impegnate hanno le paturnie. E molto più spesso di quelle single. Siamo le eterne scontente. Non ci va mai bene nulla. Se siamo single, vorremmo essere impegnate; se siamo impegnate, vorremmo essere single. Resta allora da chiedersi: meglio un uomo per una notte o un uomo per la vita?
Un uomo per una notte, se non soddisfa, puoi non rivederlo mai più; sai che di lì a poco tornerà a casa sua (finalmente!); ti prenderai il suo meglio, lasciando il suo peggio a qualcun’altra; non dovrai dargli spiegazioni di alcun tipo. Un uomo per la vita, invece, sai che lo rivedrai il giorno dopo e probabilmente ogni giorno del resto della tua vita, il che può sembrare confortante, ma non sempre…; ti dormirà accanto, magari stringendoti, e magari così forte da soffocarti; nessuno ti conosce come lui e ti sentirai a tuo agio.
Alla fine, dovremmo goderci i vantaggi di ogni condizione: non avere troppa ansia di trovare l’uomo giusto né rimpiangere la nostra vita da single quando finalmente lo abbiamo accanto.
Dovremmo sviluppare un’attitudine alla felicità che ci faccia pensare che abbiamo già tutto ciò che vogliamo.

In amore le precauzioni servono?
luglio 25, 2014di Azzurra Noemi Barbuto
Fare sesso è facile. Sappiamo tutti come si fa, più o meno. Ce lo hanno spiegato amici, o genitori, o insegnanti durante i corsi di educazione sessuale tenuti nelle scuole, o le riviste per teenager. Qualcuno ha fantasticato, immaginato, sognato; altri si sono posti terribili domande, del tipo: “È vero che se dopo il rapporto mi lavo con la Coca-Cola non resterò incinta?”, o “Ci siamo baciati. Sono ancora vergine?”. Qualcun altro poi è passato direttamente alla pratica. Spesso restandone traumatizzato a vita. Di sesso, insomma, si parla sempre. Le prime cose che ci hanno insegnato riguardano le precauzioni da adottare per scongiurare rischio di malattie e gravidanze indesiderate. Ci hanno detto che fare sesso è un piacere, ma che è meglio farlo con la persona giusta e usando sempre il preservativo. Ci siamo sentiti tranquilli. Abbiamo pensato di poterci divertire senza conseguenze, liberi di poter dimenticare, di poter salutare poi per sempre l’altro. È questa la libertà sessuale per la quale i nostri genitori hanno condotto battaglie sociali: loro volevano essere liberi di amare. Cioè, liberi di fare sesso. Perché amare è un’altra cosa. Nessuno ci insegna come farlo. Non tengono corsi a scuola. I nostri amici ne sanno meno di noi e ci guardano con aria perplessa, con i nostri genitori non ne abbiamo mai veramente parlato ed i giornali sono troppo occupati da articoli sul sesso: cosa non dire a letto, quali sono le posizioni che facilitano l’orgasmo, come fare impazzire lei sotto le lenzuola, come fare impazzire lui. Di amore si parla poco e male.
Nessuno affronta mai l’argomento cruciale: esistono delle precauzioni per il cuore? Insomma, possiamo amare senza restare fregati? Nel sesso basta un profilattico. E in amore? Se il sesso è facile; l’intimità, quella vera, invece, è molto più complicata. Non sei mai sicuro delle risposte. E spesso fa paura. Proprio perché mancano le difese, proprio perché ci si pone nudi, scoperti, davanti all’altro. Quando amiamo mostriamo la parte più bella di noi che è anche la più vulnerabile, la consegnamo e la mostriamo all’altro con un atto di fede, sicuri che la proteggerà. Ma spesso capita di restare feriti, delusi, di essere traditi, colpiti proprio nelle nostre debolezze, lì dove la pelle è nuda. Purtroppo non esiste alcun modo e non esiste alcun mezzo per premunirsi. Siamo tutti fragili in amore, senza distinzioni. In fondo, se mettiamo un profilattico, il sesso resta sesso; ma se mettiamo un preservativo al cuore, l’amore non è più amore. Nel sesso non bisogna mai rischiare. Ma in amore occorre rischiare sempre perché sia amore, quello vero. Nel momento in cui adottiamo precauzioni, ci allontaniamo dall’amore. L’amore fallisce. Ed è questo l’unico modo di amare, è questa l’unica lezione che dobbiamo imparare in materia: se vogliamo amare davvero, allora dobbiamo buttarci senza riserve, crederci, sognare, assumerci il rischio di essere veramente felici.

Perché gli uomini preferiscono le escort?
luglio 24, 2014di Azzurra Noemi Barbuto
Un tempo capitale mondiale della moda, oggi Milano è diventata la capitale delle escort. Sembra che sia questa l’attività più in voga da queste parti. Forse per colpa della crisi, sono sempre più numerose le donne pronte ad offrirsi al migliore offerente. Ed è così che la prostituzione si è, come dire, “nobilitata”, ma senza mutare la sua essenza, cambiando forma ma non valore, modo, ma non significato. In fondo, sempre di “vendersi” si tratta. Ma è chiaro che dove c’è offerta c’è anche domanda. Parallelamente al numero di donne disposte a vendersi, infatti, cresce il numero degli uomini disposti a comprare la compagnia di una donna per una sera. Senza vincoli, senza conseguenze, senza domande, senza sensi di colpa. Basta pagare per appagare il proprio bisogno di amore. Ed ecco che Milano evolve (o involve) sempre di più verso una città di individui singoli, refrattari ad ogni tipo di legame, sempre di corsa, impegnati, senza tempo per fare la spesa né per avere una relazione stabile. Perché la “singolitudine” non è una condizione, è “un vizio che tu non vuoi smettere smettere mai”.
Eppure tutti abbiamo bisogno di amore. Allora l’amore si compra come qualsiasi altro bene di prima necessità. Sotto l’impulso del bisogno. A seconda dell’esigenza. Comprare amore per non amare mai. Per restare liberi. Per restare soli.
Ecco cosa c’è dietro tutto questo: tanta paura di amare. Una paura che più si elude acquistando amore e più cresce.
Ed eccoli lì: schiere di uomini quarantenni, cinquantenni, sessantenni disperati e sempre più penosi, in giro con ragazzine che potrebbero essere le loro figlie, solo per sentirsi ancora giovani, amati e desiderati. Ma è tutto un bluff. È tutta finzione.
Oggi tutto si può comprare. E a qualsiasi ora. Si possono comprare le cose, le case, le persone, i loro corpi, le loro azioni, la dignità. Ma per quanto possiate spendere non potrete mai comprare tutto ciò che veramente cercate, ciò di cui veramente avete bisogno: l’amore.

Meglio un uomo in cucina o uno sul divano?
aprile 8, 2014di Azzurra Noemi Barbuto
Un tempo dominio esclusivo delle donne, che vi passavano molto tempo, oggi la cucina è forse l’ambiente domestico più frequentato dagli uomini, ovviamente dopo il divano (con telecomando incluso). Complice la tendenza sempre più diffusa a ritardare il matrimonio, preferendo la vita da single, l’uomo ha fatto di necessità virtù quando ha deciso di varcare titubante quella soglia, un tempo proibita e misteriosa, che divideva l’habitat maschile da quello prettamente femminile.
Ma non si è accontentato di uova strapazzate e pasta asciutta. L’uomo in cucina ha voluto fare le cose in grande e ha dato libero sfogo alla sua fantasia, distaccandosi con orgoglio dalle tradizioni culinarie delle nonne e sperimentando sempre di più nuovi abbinamenti e nuovi sapori. Stranamente, sfatando il mito che vuole le donne sempre a dieta e gli uomini sempre pronti a mangiare, la cucina maschile risulta certamente più light e più veloce.
Famosi programmi tv, come Masterchef, hanno poi segnato il trionfo dell’uomo ai fornelli, anche come sex-symbol. L’uomo in cucina piace e piace anche tanto. Ma perché? È forse per lo stesso motivo che rende attraente per un uomo una donna alle prese con i motori? Può essere, ma certamente conta anche altro: un uomo che cucina per noi ci fa sentire in qualche modo curate. L’amore che mette nel creare il piatto giusto ci fa immaginare che sia un amante attento e passionale. E a noi piace essere coccolate. Ci piace arrivare a casa la sera e trovare tutto pronto, sentire il profumo che arriva dalla cucina, vedere la tavola perfettamente apparecchiata e il nostro lui sorridente che ci porge un bicchiere di vino freddo, appena stappato.
Uomini, avete voluto la parità? Bene. Pedalate. Cioè, cucinate.

La comunicazione positiva: come creare relazioni stabili e felici
aprile 3, 2014di Azzurra Noemi Barbuto
Il successo delle nostre relazioni è strettamente legato alle nostre capacità comunicative. Essere dei buoni comunicatori sicuramente rappresenta un grande vantaggio non solo nel lavoro e nella sfera sociale, ma anche nei rapporti più intimi.
Purtroppo non tutti possiedono empatia e carisma. Ma la buona notizia è che la comunicazione è un’arte che si può apprendere e perfezionare. Insomma, comunicatori non si nasce, si diventa.
Esistono delle semplici tecniche di comunicazione che, se applicate, ci garantiscono risultati positivi immediati nell’ambito relazionale. Una di queste è il ricalco, che consiste nell’adattare il nostro lessico a quello dell’interlocutore, nel farci simili a lui. Si sa che tra simili ci si comprende meglio, inoltre siamo più portati ad aprirci con chi, in un certo senso, percepiamo affine a noi.
Tutto questo spiega anche perché spesso i rapporti uomo-donna siano pieni di equivoci, problemi, incomprensioni. Gli uomini e le donne sono diversi e hanno diversi, anzi opposti, modi di comunicare. Comprendere queste differenze ci aiuta a vivere le nostre relazioni in modo più sereno. Le coppie che funzionano sono quelle che hanno imparato a comunicare in modo sano e in cui i partner si ascoltano, riconoscendosi a vicenda, dandosi reciprocamente spazio.
Le differenze nei modi di comunicare maschile e femminile riguardano innanzitutto l’estensione del messaggio trasmesso. Gli uomini sono più incisivi e sintetici, vanno direttamente al punto, in modo chiaro e vogliono dire esattamente ciò che affermano. Le donne, invece, sono più complicate in questo, usano tante, a volte troppe, parole, che spesso servono solo a confondere gli uomini, abituati come sono all’incisività. Le donne dovrebbero imparare a comunicare in modo più sintetico con gli uomini, questo non vuol dire arrivare ad una comunicazione quasi fredda e sterile, bensì dare più valore a ciò che viene detto. Gli uomini, a loro volta, dovrebbero ascoltare di più le donne, senza annoiarsi o spaventarsi davanti a valanghe di frasi, ma cercando di comprendere che quello è il loro modo di esprimersi, sforzandosi di scremare quei cumuli di parole arrivando al senso profondo di ciò che le loro donne hanno nel cuore.
Se solo facessimo ciò, i rapporti tra i sessi sarebbero molto più facili e più felici.
Ricordiamoci sempre che comunicare non è soltanto parlare, ma innanzitutto ascoltare. Quindi stiamo di più in silenzio e apriamo di più le orecchie. E soprattutto il cuore.