Posts Tagged ‘circolo didattico cassiodoro’

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“La legalità è la vostra forza”: il gip Tommasina Cotroneo incontra i giovani

Maggio 5, 2010

di Noemi Azzurra Barbuto

«La legalità è la vostra forza», con queste parole Tommasina Cotroneo, giudice delle indagini preliminari (Gip) del Tribunale di Reggio Calabria, ha esordito nel suo incontro con gli alunni del circolo didattico Aurelio Cassiodoro di Pellaro, in occasione del sesto appuntamento, moderato dal giornalista Francesco Tiziano, del ciclo “Testimonials istituzionali”, tenutosi ieri pomeriggio nella scuola elementare.

Il progetto, che coinvolge le quinte classi dell’istituto, come ha spiegato la dirigente scolastica, Giusy Princi, rientra nell’ambito della sperimentazione del percorso di “Cittadinanza e costituzione”.

L’obiettivo è quello di favorire l’acquisizione da parte dei ragazzi di una coscienza civica nonché l’interiorizzazione delle regole fondanti del vivere civile, attraverso l’incontro diretto con coloro che ricoprono ruoli istituzionali e che possono quindi trasmettere ai giovani la loro esperienza.

Non è stato facile per Cotroneo spiegare ai piccoli studenti le funzioni del giudice ed il significato di termini complessi, quali “principio di legalità”, “ordinamento giuridico”, “giurisdizione”, “costituzione”. Ma non c’è dubbio che i bambini abbiano colto il messaggio fondamentale del gip: le regole non si rispettano per paura della punizione, ma perché questo è funzionale al vivere civile.

«Attraverso la legalità ci si affranca, perché il rispetto delle regole è strumento di libertà e di progresso», ha dichiarato Cotroneo, che ritiene che l’educazione alla legalità sia più efficace quanto più avviene in tenera età.

Ma cosa vuol dire “vivere nella legalità”? «Significa non barattare i diritti con i favori», secondo Cotroneo. Indispensabile a questo scopo l’istruzione, perché studiare è «l’unico modo per proteggersi dall’arroganza e dai soprusi».

È dunque un invito ad impegnarsi di più a scuola quello lanciato ai ragazzi dal giudice, affinché possano essere liberi domani e vivere onestamente, contribuendo all’indebolimento della criminalità organizzata, che trova terreno fertile nell’arretratezza culturale.

«Il recupero della legalità non passa attraverso l’inasprimento della pena, ma attraverso un progetto di informazione e di formazione dei giovani», ha affermato Cotroneo.

A guidare questo progetto devono essere la scuola e la famiglia, secondo il gip reggino. Sono queste, infatti, le istituzioni che, prima di tutte le altre, «hanno il compito di favorire l’assorbimento da parte dei più giovani del concetto di legalità – ha concluso Cotroneo – affinché diventi parte essenziale dell’uomo».

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Il questore Casabona incontra i ragazzi della Cassiodoro

aprile 29, 2010

di Noemi Azzurra Barbuto

«Ospite speciale», così il giornalista Francesco Tiziano ha definito il questore reggino Carmelo Casabona, che ieri pomeriggio, accolto con le note dell’inno nazionale, ha incontrato gli studenti delle quinte classi del circolo didattico “Aurelio Cassiodoro” di Pellaro, in occasione del settimo appuntamento del ciclo “Testimonials istituzionali”.

Un incontro avvenuto poche ore dopo la maxi operazione, compiuta dagli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria, dai carabinieri e dai militari della guardia di finanza e denominata “Migrantes”, che, nel corso della scorsa notte, ha portato all’esecuzione di ben trentuno ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti ritenuti compartecipi di un’organizzazione finalizzata allo sfruttamento della manodopera extracomunitaria nelle campagne di Rosarno.

In questo clima ancora effervescente, inevitabile per Casabona, chiamato a parlare di legalità, affrontare argomenti connessi allo sfruttamento del lavoro nel Mezzogiorno e al controllo delle attività economiche da parte delle organizzazioni criminali di stampo mafioso.

«Deformazioni comportamentali», secondo il questore, che non appartengono soltanto agli appartenenti alle cosche, ma che sono ormai sedimentate ed acquisite da tutti i meridionali, traducendosi in una generale quanto ignobile tendenza, da parte degli imprenditori e delle aziende, a cercare il proprio arricchimento, contenendo i costi, quindi risparmiando sul lavoro dei dipendenti.

Che siano immigrati o no, che siano giovani alle prime armi o padri e madri di famiglia, i lavoratori qui in Calabria sono spesso costretti ad accettare delle condizioni inique di lavoro, consistenti soprattutto in retribuzioni di gran lunga inferiori a ciò che dovrebbero ricevere in corrispondenza alle loro prestazioni, senza potersi ribellare. Pena la perdita del lavoro.

Ma cosa si cela dietro tutto questo? Sicuramente, in parte, una scarsa consapevolezza dei propri diritti, abbastanza diffusa nel meridione, dove spesso la legge dello Stato viene sostituita dalla legge fatta dal singolo, ma anche e soprattutto secoli di storia. Pagine che Casabona ha voluto raccontare ai ragazzi, partendo da un’unità d’Italia fatta male, ovvero, come ha spiegato il questore, non tenendo debitamente conto delle enormi diversità tra il nord, più ricco e più evoluto, ed il sud, ancora fermo al periodo feudale.

Tocca adesso ai giovani andare avanti, rispettando gli altri e anche se stessi, per cancellare ogni retaggio di una storia in qualche modo “sbagliata”.