di Azzurra Noemi Barbuto
Rinomato in tutto il mondo per le sue doti amatorie, oggi il maschio italiano ha definitivamente perso il suo primato di amante passionale e focoso a causa dell’avvento del web.
Infatti, secondo il “Global sex survey 2014”, un sondaggio condotto dal sito di incontri extraconiugali asheleymadison.com, a cui hanno risposto oltre 74mila utenti da 26 Paesi diversi, l’88% degli italiani fa sesso con il proprio partner in media una volta al mese preferendo di gran lunga il sexting, ossia il sesso virtuale che avviene attraverso lo scambio di messaggi e foto hot, all’incontro vero e proprio sotto le lenzuola.
Gli italiani, inoltre, amano così tanto il sexting da praticarlo da 7 a 10 volte la settimana. Il luogo preferito in cui fare e scambiare foto sexy è il supermercato, dato che conferma che non abbiamo perso sicuramente la fantasia.
Ma quali potrebbero essere le cause di questo nuovo primato italiano (la media mondiale si ferma al 73%)? Forse potrebbe esistere una correlazione tra questo fenomeno e l’eccessiva presenza di corpi nudi, soprattutto femminili, sui nostri schermi televisivi. L’Italia, infatti, è il Paese in cui il corpo viene maggiormente esposto ed utilizzato per spettacoli, pubblicità e qualsiasi tipo di programma tv. Forse gli italiani, a causa di questa eccessiva esposizione, iniziata negli anni ’80, si sono abituati più a guardare che a toccare. Per una sorta di “evoluzione” della specie ci siamo, come dire, “adattati”.
Oggi, quindi, non ci eccitano più baci, carezze, sguardi, sfioramenti, bensì solo foto bollenti di pezzi di corpi, e preferiamo stare avvinghiati al nostro smartphone, con gli occhi ipnotizzati dal display, piuttosto che guardare negli occhi chi ci sta davanti.
E se, da un lato, il sexting si conferma essere il sesso più sicuro in assoluto per la mancanza di contatto fisico; dall’altro, è più che preoccupante il rischio che i rapporti di ogni tipo, inclusi quelli di coppia, si impoveriscano ulteriormente, fino ad annullare la nostra innata e fondamentale capacità di comunicare attraverso i gesti, gli sguardi, la postura, il tono della voce, il contatto, l’empatia.
Forse è giunto il momento di fare un passo indietro, disintossicarci, spegnere per una sera il telefonino, chiudere facebook, istagram, twitter, whatsapp, ed abbracciare chi ci sta vicino.
Se il sexting è eccitante, non occorre rinunciarci. Anche questo può essere un ottimo modo per creare e cementare la complicità di coppia, ma a patto che costituisca un nuovo tipo di preliminare e non sostituisca il rapporto intimo.
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Emancipazione femminile: cosa è cambiato sotto le lenzuola?
gennaio 12, 2014di Azzurra Noemi Barbuto
Il sesso è sempre uguale in ogni epoca, ciò che cambia sono il nostro modo di viverlo e anche di parlarne. È inevitabile che certe trasformazioni sociali si ripercuotano anche sul nostro modo di fare l’amore, e non si tratta di posizioni.
Senza dubbio la nostra società è profondamente mutata negli ultimi decenni a causa dell’affermarsi di un nuovo ruolo del “sesso debole” sia in casa che fuori.
La donna ha acquisito potere, indipendenza e nuove consapevolezze. Oggi le donne lavorano, vivono da sole, a volte guadagnano più dei loro uomini, restano single per scelta e non perché “non le vuole nessuno”, viaggiano da sole, fanno carriera, dirigono. Non si danno più per finite se vengono lasciate, anzi hanno imparato a chiudere storie così come acquistano scarpe durante i saldi. Non si accontentano.
Oggi le donne vogliono essere soddisfatte. Anche a letto. E gli uomini lo sanno. Ecco perché oggi l’uomo è molto più attento sotto le lenzuola. Se prima il suo unico pensiero era il proprio piacere, oggi mette al centro il piacere della sua compagna. Se prima il rapporto sessuale iniziava e terminava con l’orgasmo di lui, oggi inizia con il primo di lei.
Finalmente, insomma, abbiamo imparato a fare sesso! Era necessaria la rivoluzione femminista per segnare la prima vera rivoluzione sessuale.
Ma sono cambiati prima gli uomini o le donne? Per la serie, “è nato prima l’uovo o la gallina?”. Sicuramente sono cambiate innanzitutto le donne. L’uomo prima non si curava del piacere della donna perché era lei stessa a metterlo in secondo piano. Ci si sposava vergini e senza esperienza, il sesso nella vita di una donna era qualcosa di misterioso, oltre che peccaminoso, che arrivava con il matrimonio e solo in funzione della procreazione. Per l’uomo, invece, da sempre il sesso è stato solo un trastullo.
L’emancipazione femminile passa necessariamente anche attraverso le lenzuola. Libertà è anche libertà sessuale, che non implica facilità di costumi, ma solo un sano rapporto con se stessi e con il proprio partner, un rapporto paritario, in cui la donna non rinuncia più a se stessa per mettere al centro il suo uomo, bensì pensa innanzitutto al proprio piacere, consapevole del fatto che questo procurerà piacere anche al suo uomo.
Alla fine ci siamo arrivati: il piacere è uno scambio, non l’impossessarsi di un corpo per il proprio esclusivo godimento.
Anche il sesso si evolve dunque. Ma emergono nuove problematiche. Il rischio che corre l’uomo oggi è quello di mettere al centro il piacere della propria compagna, trascurando il proprio. Non sono pochi, infatti, gli uomini che vivono tutto questo con apprensione. Dietro non c’è solo la naturale esigenza di provare piacere procurando piacere al partner, ma anche la paura di essere abbandonato. Oggi l’uomo sa che la donna possiede un grande potere che prima non aveva: il potere della scelta. Scegliere implica una valutazione. Ed in questo consiste la paura dell’uomo: non essere scelto, dunque non essere all’altezza. Colpo troppo grande al suo ego.
C’è da chiedersi, alla luce di tutto questo, cosa pensino gli uomini di noi. Ci vedono come delle macchine del sesso pronte ad eliminare chiunque non garantisca un numero sufficiente di orgasmi? Forti, determinate, sicure, quasi spietate. C’è da stupirsi sì…Che ancora abbiamo il coraggio di venire a letto con noi.

L’uomo casalingo: quando aiutare aiuta la coppia
Maggio 6, 2013di Noemi Azzurra Barbuto
Una volta era tutto più semplice: fin dalla preistoria l’uomo andava a caccia e la donna cucinava, allevava i figli e raccoglieva qualche frutto spontaneo nei dintorni della caverna (l’antecedente della più moderna “spesa al supermercato”). La divisione dei ruoli all’interno della famiglia si è radicata così tanto da fare saltare completamente gli equilibri all’interno della società contemporanea, segnata dalla rivoluzione femminista e dall’esigenza economica, sempre più prorompente, del doppio stipendio in casa.
Lavorare oggi per la donna non è più un mero piacere, un diritto riconosciuto pienamente come all’uomo, ma una necessità. Questo cambiamento vistoso all’interno della società non si è accompagnato però all’affermarsi di una nuova visione riguardo alla divisione delle mansioni domestiche. Infatti, l’uomo non ha abbandonato l’idea che la donna debba gestire la casa e la prole, con annessi e connessi, e lui occuparsi semplicemente di questo: lavorare.“Io lavoro tutto il giorno”, “Arrivo stanco a casa, voglio riposarmi”, “Non ho tempo”. Non reggono più le classiche scuse portate avanti da mariti pigri davanti alla richiesta delle stressate consorti di ricevere un aiuto, una piccola collaborazione in casa, giusto per sentirsi più sollevate.
Infatti, troppo facilmente si potrebbe obiettare: “Anche io lavoro tutto il giorno, per questo ho bisogno che anche tu faccia qualcosa in casa”, “Anche io lavoro, ma trovo il tempo per fare tutto il resto”.
Poveri mariti! Ci sono famiglie che riescono ad organizzarsi perfettamente e altre in cui la mancanza di collaborazione tra i coniugi rischia di mettere il rapporto in crisi.
Il problema è che ancora molti uomini, per lo più quelli cresciuti in famiglie profondamente maschiliste e ottuse, sono convinti che aiutare la propria compagna in casa comporti necessariamente una perdita di virilità. Insomma, per loro, apparecchiare la tavola o lavare i piatti equivale a dichiararsi omosessuali, ad una vergona quindi (e sempre secondo il loro punto di vista limitato).
Ancora una volta ci viene in soccorso la teoria sull’evoluzione di Darwin, il quale sosteneva che a sopravvivere non sia la specie più forte ma quella che riesce ad adattarsi al cambiamento.
Ciò significa che, trovandoci ormai in una società in cui sia l’uomo che la donna lavorano e non essendo più preclusa alla donna alcuna attività un tempo prettamente maschile, gli uomini dovranno iniziare a riorganizzare il loro ruolo all’interno della casa, adattandosi alle nuove condizioni e alle nuove esigenze della famiglia, pena “l’estinzione”, ossia la fine della relazione e del loro ruolo di mariti.
Non ci sono più scuse. Occorre rimboccarsi le mani e collaborare, perché una famiglia si fa in due.E cari uomini, non crediate che raccogliere la biancheria asciutta o preoccuparvi voi della cena quando rientriamo più tardi vi renda meno virili, semmai il contrario. Non avete idea quanto queste attenzioni vi rendano affascinanti ai nostri occhi, perché ci fanno sentire più amate.