
Gli uomini vogliono una cavalla da domare?
aprile 18, 2011di Noemi Azzurra Barbuto
Insito nell’uomo è l’istinto della caccia, e lo sappiamo tutti. Ma c’è qualcosa che appassiona il sesso maschile ancora di più, ovvero l’addomesticare gli animale selvatici e non. È chiaro che tanto più la bestia si rivela ribelle tanto più l’uomo si appassiona all’arduo compito di trasfromarla in un tenero e sottomesso animaletto.
Ed eccolo lì a spendere il suo tempo, grondando sudore, sforzando i muscoli e la gola, nel tentativo di raggiungere anche un solo piccolo risultato per il quale considerarsi soddisfatto per il resto della settimana e recitare, credendoci, la parte del duro davanti agli interessati ascoltatori.
Con i cani è più facile, si sa. Forse è per questo che sono tanto amati dal genere maschile, lo si può notare andando a spasso. In qualsiasi luogo del pianeta Terra non mancano baldanzosi giovanotti con robusti e massici cani al guinzaglio, ubbidienti, educati, e che con aria teneramente infelice abbassano lo sguardo davanti al fiero chihuahua che gli passa accanto e verso il quale vorrebbero correre abbaiando a squarciagola.
Con i cani anche gli uomini più, come dire, “deboli”, possono soddisfare il loro atavico ed irresistibile desiderio di ammansire un animale. E dare così pace al proprio ego.
Ma ci sono uomini ai quali questo non basta. Vogliono maggiore prova della propria virilità, non so bene se perché ne abbiano troppa o troppo poca. Così sfidano bestie più feroci, o più indocili.
Ascoltando per caso un uomo raccontare della sua bellissima cavalla e dei metodi adottati per cercare di domarla, ho capito che tutto il fascino che l’animale esercitava su di lui risiedeva proprio nel suo spirito ribelle ed imprevedibile. Sembrava che l’uomo la temesse e, nello stesso tempo, ne fosse attratto. Cosa che non sarebbe potuta assoltamente succedere, se la cavalla fosse stata mite ed ubbidiente. Probabilmente, in questo caso, l’uomo si sarebbe persino annoiato di lei, come di tutti gli altri cavalli che aveva avuto, mettendola da parte.
Mi stupì l’astuta tecnica messa in atto da quest’uomo per cercare di farsi amare dalla sua cavalla. Raccontò che, dopo i primi vani tentativi, quasi certamente spaventato dalla forza dell’animale, lo affidò ad un addestratore professionista, andando a fare visita al cavallo ogni giorno, per portargli qualcosa da sgranocchiare e qualche carezza. Ogni giorno l’addestratore colpiva la cavalla che carcava di buttarlo giù dalla sella, liberandosi di quel peso, ed il propietario subito dopo l’accarezzava, per trasmettere in sostanza questo messaggio: “Lui è quello cattivo, io sono quello che ti ama. Tu mi hai trattato male, ed io ho fatto ciò che mi hai voluto, sono andato via, ti ho lasciato a lui”. L’uomo aspettava che la cavalla tornasse da lui.
E poi io capii anche perché lo volesse così tanto. Quell’uomo aveva una compagna indipendente e ribelle come quella cavalla. Avrebbe voluto legarla a lui, avrebbe voluto che lei facesse tutto ciò che lui le chiedeva, avrebbe voluto che lei si mettesse completamente nelle sue mani, lo seguisse come una cavalla ammansita segue il suo padrone, ma non c’era mai riuscito. Ma se l’avesse fatto, se la sua donna fosse diventata un agnellino, allora lui non l’avrebbe più potuta amare con la stessa passione, e non sarebbe stato più vittima del suo fascino irresistibile. Insomma, lui voleva una cavalla indomita, mica un agnello!
Forse tutti gli uomini vogliono una cavalla da domare. A Sud e a Nord del mondo, in ogni uomo risiede, più o meno sopito, il desiderio di addomesticarla, ossia di renderla domestica, docile, gestibile. Nei luoghi dove la cultura ancora lo consente, l’uomo può farlo più apertamente, con minore inibizione. Ma una cosa l’ho imparata con sicurezza: il sesso maschile non desidera una cavalla da domare per la sola e fugace soddisfazione di averlo fatto. In verità, le cavalle indomabili sono in assoluto le più belle. E sono belle per questo. Irreversibilmente.
A noi donne, invece, non interessa impegnarci troppo per domare i cavalli ribelli. È vero che molte di noi ci provano, ma dopo un po’ ci stanchiamo. Troppa fatica e con scarsi risultati! Noi abbiamo un istinto naturale nel farlo e da sempre sappiamo come trattarli per ottenerne il meglio. Ce lo hanno insegnato le nostre nonne, quando ci dicevano: “All’uomo come al cavallo dai il bastone e la carota”.
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